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La bugia

Regia di Veena Sud vedi scheda film

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La recensione su La bugia

di Furetto60
7 stelle

Nell’incipit ci viene mostrata la piccola Kayla che sgambetta felice, ripresa attraverso filmati amatoriali, in compagnia dei suoi genitori, innamorati e felici; la telecamera stacca, la ragazza è ormai un’adolescente problematica, afflitta da crisi asmatiche, deve spesso far ricorso all'inalatore.  I genitori hanno divorziato. La mamma Rebecca, è un’energica avvocatessa, ha un nuovo compagno;papà Jay vive insieme a una ragazza molto più giovane di lui, arrangiandosi con un saltuario lavoro di cantante. Un giorno kalia viaggia in macchina col padre  quando una compagna di classe, la bella Britney, sale con loro per un passaggio. Durante il tragitto le due ragazze chiedono di fermarsi, Dopo qualche minuto, richiamato dal grido della figlia, Jay scopre che Brittany è precipitata in un fiume ghiacciato ed è stata Kayla a spingerla di proposito, Il padre sconvolto si precipita a cercare tra i sassi e l'acqua, ma trova solo una borsetta, decide però di non avvertire la polizia, sperando che nessuno li abbia visti, avvisa l'ex moglie, che condivide il tragico insabbiamento. Da quel momento le vite dell’uomo e della sua ex moglie diventano un inferno. Nel tentativo disperato di coprire la figlia e impedirle di affrontare le inevitabili conseguenze penali, i due si infilano in una spirale di bugie, che come le ciliegie, una tira l’altra; l'atmosfera in casa è tesissima, Kayla sembra addirittura indifferente a ciò che è successo e i suoi genitori s’inventano una miriade di menzogne, per deviare le attenzioni degli investigatori. Il padre di Britney, non si dà pace e cerca di sapere cosa le è capitato, ma Jai e Rebecca per distrarre i sospetti dalla figlia, dirottano le attenzioni degli inquirenti proprio su di lui, accusandolo di essere un pedofilo, che molesta la figlia. Ma le bugie, perlopiù, hanno le gambe corte, il finale è abbastanza sorprendente. Il film ci trascina nell'orrore tangibile di una pesante situazione familiare, sconvolta da un evento del tutto imprevisto e drammatico. L'omicidio che la figlia dei protagonisti, un'ottima Joey King avrebbe perpetrato, apre a interessanti spunti di riflessione, con tanti risvolti psicologici; è evidente che la ragazza è in crisi proprio a causa della separazione dei genitori, che per quanto affettuosi con la figlia comunque sono troppo presi dalle loro vite, il comportamento di Kalya potrebbe significare una richiesta di attenzione e di aiuto. Il film è ben scritto, sobrio e diretto con grinta; scava nelle paure più profonde di un genitore, per sottoporci l’interrogativo di fronte a cui nessuno vorrebbe mai trovarsi, un atroce dilemma: fare la cosa giusta e denunciare o tacere e perfino depistare, per non compromettere il futuro di una figlia. Riuscito thriller psicologico, molto inquietante, che racconta una storia che potrebbe accadere a chiunque. Il soggetto, nella sua semplicità, funziona bene. Il ritmo della narrazione è incalzante, veicolando un'atmosfera via via sempre più ansiogena. I protagonisti sono più che convincenti. Mireille Enos e Peter Sarsgaard  portano sullo schermo, due persone psicologicamente a pezzi, dilaniate dal bisogno di salvaguardare la giovanissima figlia, dalle conseguenze del suo gesto criminale e pronti a tutto per riuscire a farlo; una coppia separata da tempo, che per necessità dovrà fare fronte comune e diventare complice, mentre i vecchi rancori emergono, rendendo la situazione ancora più complicata, entrambi, schiacciati da quello che sta succedendo intorno a loro, perdono progressivamente il controllo. Da vedere



 

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