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Juha

Regia di Aki Kaurismäki vedi scheda film

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La recensione su Juha

di FilmTv Rivista
8 stelle

Senza parole, con la sola forza delle immagini. È “Juha”, il nono lungometraggio del finlandese Aki Kaurismäki, laconico autore dal cuore caldo malgrado latitudini ghiacciate e un nichilismo quasi naturale. “Juha” è un melodramma raffreddato che riesce comunque a far esplodere una storia d’amore tragica e ineluttabile. I volti kaurismäkiani trattengono a stento le lacrime, mentre i singhiozzi sono ingoiati dalla scelta stilistica del “muto”, immagini innocenti con le quali il cinema aveva mosso i suoi primi passi. Drammatico, umoristico, tendente al “nero”: l’ultima straordinaria prova di un autore davvero diverso e originalissimo, ha stimmate chapliniane: dopo un lungo corteggiamento, Juha convince Marja a convolare a tristi nozze; insieme, accettano rassegnati la loro povertà, ma l’arrivo di Shemeikka - uomo ricco senza scrupoli - minerà per sempre i destini, per altro già segnati, dei due teneri sposi. È la quarta trasposizione del romanzo “La schiuma delle rapide” di Juhani Aho, il “Manzoni di Helsinki”, ambientato nel ’700: Kaurismäki lo riadatta alla sua maniera, infiltrandolo di numerose citazioni letterarie e cinematografiche (da Kafka a Sam Fuller). Muto, dicevamo, e rigorosamente in bianco e nero, magico senza bisogno di fuochi d’artificio, antico senza essere retrò. E interpretato da magnifici attori di scuola nordica (asciutta) tra cui i fedeli Kati Outinen (la mai dimenticata “fiammiferaia”), Sakari Kuosmanen, Elina Salo e André Wilms: nuvole in viaggio dentro un universo dove la tenerezza da innamorati di Peynet è costretta a lasciare il campo a uno schiacciante pessimismo a senso unico, con divieto di svolta. Dedicato a Matti Pellonpää (l’amico e compagno di lavoro del regista morto prima del tempo per più che probabili cause alcoliche), il film è stato distribuito dalla Key Films assieme a un altro lavoro fuori dai codici: “Típota”, il mediometraggio con cui Fabrizio Bentivoglio esordisce dietro alla macchina da presa.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 44 del 1999

Autore: Aldo Fittante

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