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La costanza della ragione

Regia di Pasquale Festa Campanile vedi scheda film

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La recensione su La costanza della ragione

di emmepi8
4 stelle

 
Vasco Pratolini è stato uno scrittore molto cinematografico, oltre che essere uno scrittore e sceneggiatore di cinema originale (Tempi Nostri, La Viaccia, Rocco e i Suoi Fratelli), quindi niente da dire sui suoi romanzi che più cinematografici non potrebbero essere, quindi qui le limitazioni sono tutte da altra parte,e cioè in fase di sceneggiatura e regia. Fabio Carpi è un ottimo sceneggiatore e poi regista, ma di storie ben più diverse e meno realistiche, Festa Campanile ha sempre lavorato su tutt'altro genere, ma le presunzione di appropriarsi di un soggetto lontanissimo da lui ha fatto si da compromettere tutta l'operazione, Il fattore politico sociale, sentimentale e di ambientazione è molto approssimativo e quasi riassuntivo se non deduttivo che solo una ove fyuor campo, anche inopportuna non può risolvere molto. Un cast eterogeneo e frutto di una coproduzione francese, ma fisicamente tutti resi benissimo e scelti bene nel mixer, rendendo al massimo al credibilità; il fattore premiante del film è la fotografia che rende davvero giustizia ad un Firenze, non solo turista ed è firmata da Ennio Guarnieri e le scenografie, che fanno coppia perfetta con al fotografia, di Pier Luigi Pizzi.

Sulla trama

Una trama di base molto bella, anche se su un tema di love story, qui al massimo banalizzata e  malamente complessa in certi punti

Su Pasquale Festa Campanile

Fuori assolutamente dalle sue corde, che al massimo spaziavano nella commedia o quasi, ed anche qui , almeno negli anni '80, con molte riserve

Su Catherine Deneuve

Diafana e trasparente, ma non ferdda, ed ancora alle prime esperienza, ma di una cinematograficità eccellente, perfetta per il suo ruolo, anche s eil regista non è assolutamente all'altezza

Su Sami Frey

Ripeto, gli ha nuociuto la  la sua love  story con la Bardot, che ha messo in ombra tutte le sue potenzialità che invece esistevano

Su Enrico Maria Salerno

Eccellente  partecipazione, anche se la sceneggiatura amputa non poco il suo ruolo e riesce a far intuire anche quello che si nasconde, per incompetenza.

Su Andrea Checchi

Il ruolo breve del padre, effficace come sempre

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