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Cerimonia segreta

Regia di Joseph Losey vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Cerimonia segreta

di sasso67
4 stelle

C'è sempre una prima volta per tutto, anche per vedere un film brutto di Losey. Ricreando più o meno la situazione che stava alla base del capolavoro "Il servo" (1963), il regista americano adottato dall'Inghilterra poteva tirarne fuori un altro ottimo film, ma si vede che a Losey è necessaria una solida base in sede di scrittura: qui, però, anziché un copione del grande Harold Pinter, ha una sceneggiatura dell'ungherese George Tabori (scomparso il 23 luglio 2007), che all'attivo aveva soltanto la collaborazione con William Archibald per la sceneggiatura di "Io confesso" di Hitchcock. E la differenza si sente. Al di là delle possibili critiche alla trama, che fa molto romanzo d'appendice in salsa psicanalitica, c'è la gestione dell'insieme. Laddove, nel "Servo", la casa d'antico stile britannico creava l'atmosfera giusta per le morbose vicende del "piccolo lord" interpretato da James Fox, qui la lussureggiante casa londinese della giovane Cinzia dà solo un'impressione d'ammuffito o, a voler essere teneri, delle "buone cose di pessimo gusto" della nonna Speranza gozzaniana. La buona prova di una Elizabeth Taylor in via di disfacimento fisico non salva l'opera di Losey, anche a causa di una scialbissima Mia Farrow, talmente diafana da non risultare neanche inquietante, e di un insussistente Robert Mitchum, con barbetta o senza. Molto migliori le sequenze in cui compaiono le antipatiche vecchiette, zie di Cinzia, interpretate da due signore delle scene come Peggy Ashcroft e Pamela Brown. Purtroppo, però, le scene in cui compaiono sono troppo poche per aiutare il film. (18 novembre 2007)

La trama

Una prostituta, che anni prima ha perduto una figlia, viene circuita da una ragazza, orfana e poco normale, perché reciti la parte della madre perduta. La donna, un po' per convenienza, un po' per recuperare il sentimento materno tragicamente perduto, accetta. La convivenza tra le due donne va avanti in maniera altalenante, finché non si rifarà presente il patrigno di Cinzia, che farà precipitare la situazione.

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