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Ultras

Regia di Francesco Lettieri vedi scheda film

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La recensione su Ultras

di Furetto60
6 stelle

Esordio al lungometraggio di Francesco Lettieri. I temi sarebbero intriganti, ma il film resta in superfice. Troppi stereotipi. Le prove attoriali sono molto buone.

Incipit del film: un matrimonio, che è inteso come atto di fede, lo stesso che ogni ultras sancisce con la propria squadra del cuore. Un legame, ancora più inscindibile di una relazione coniugale. Perché, puoi cambiare fidanzata o addirittura consorte, ma non puoi cambiare né mamma, né squadra di calcio, è un amore che dura tutta la vita. Un gruppo di ultras napoletani attende l’uscita dalla chiesa di un loro compagno neo sposo, assieme alla moglie. Li salutano fuori, accendendo un fumogeno e intonando le note di “Un giorno all’improvviso”. Siamo a Napoli, una città che come diceva il compianto Luigi Necco, mangia pane e pallone tutta la settimana, non solo quando gioca, ma vive e si nutre, di questa passione sportiva, sempre, in ogni momento. Se ne commenta con i familiari, con i parenti, con gli amici, i colleghi e si leggono giornali, si sentono interviste, si vedono e si rivedono le azioni salienti, prima solo in tv, oggi anche su  smartphone e p.c. Il film ce lo racconta, partendo dalla storia del suo protagonista Sandro, detto il Mohicano, che a cinquant'anni suonati è ancora il leader del gruppo ultras chiamato Apache. Con loro ha trascorso una vita dentro e fuori lo stadio, tra tifo, passione e scontri, ma a causa del daspo (ordine restrittivo con divieto di accesso agli stadi,) il nostro protagonista è obbligato, ogni qualvolta si giochi una partita, ad andare in questura a firmare, per attestare che  è fuori dal campo. Il suo carisma è ancora forte nel gruppo, ma la diffida inevitabilmente, ha consentito la salita “gerarchica” della nuova generazione, che scalpita e vuole scalzare gli ormai anziani capi, fino alla scissione e alla fondazione dei N.N.N (No Name Napoli). Ciò non turba Sandro, che sembra volersi mettere alla spalle questo passato e cambiare vita. Tra i giovanissimi, c’è l’adolescente Angelo; quando anni prima suo fratello Sasà è morto durante gli scontri verificatisi in una trasferta a Roma, Sandro ne ha preso il posto, diventando per lui un padre putativo. Anche se la madre non approva, anzi è spaventata da questa amicizia, spesso esorta Il Mohicano a non intromettersi nella vita del figlio:” Pensi di poter insegnare qualcosa a qualcuno, ho già perso un figlio a causa tua, non voglio perderne un altro.” Sandro incontra alle terme di Nerone, la giovane e bella Terry, alias Truppa sempre bravissima e schiocca il colpo di fulmine, cominciano a frequentarsi e lui ad onta dei compagni che vorrebbero coinvolgerlo, presta sempre meno attenzione agli Apache, che precipitano in una situazione di caos. Sandro consapevolizza la necessità di avere una vita normale, si rivolge ad un “irriducibile” compagno: “Ma ci siamo visti? siamo ridicoli alla nostra età” Ci vengono raccontate le ultime giornate di un campionato, senza mai farci vedere uno scorcio di partita, ma solo il fossato che divide spalti e terreno di gioco, da cui vengono lanciati petardi e mortaretti. Gli "apache" sono in fibrillazione la squadra è in testa

  Ultras  è scritto e diretto da Francesco Lettieri, che si cimenta per la prima volta in un lungometraggio, dopo essersi fatto le ossa nel mondo dei videoclip musicali, in particolare quelli del cantautore Liberato, fenomeno recente della scena napoletana, lo stesso che ha contribuito alla colonna sonora del film. Il calcio nella sua componente sportiva, è lasciato ai margini del racconto. Il regista  guida con mano sicura i propri attori, a cominciare da Arena, classe 1968 nato a Napoli e divenuto famoso, in virtù del suo singolare percorso artistico : ha cominciato a recitare in carcere ove stava scontando, un ergastolo. Aniello Arena ha saputo dimostrare un portentoso talento, apprezzato da critica e pubblico. Il film attinge a piene mani, a modelli dal contesto tipizzato; Gomorra ha fatto scuola e tanti proseliti e chi racconta cinematograficamente Napoli, non riesce o vuole affrancarsene, subendo le suggestioni di quelle atmosfere e di quelle tipologie. “Ultras” segue coordinate tracciate nel solco prevedibile di chi si aspetta la solita rappresentazione della città partenopea, dunque adesione a un immaginario collettivo condiviso, che si manifesta attraverso stereotipi sociali e culturali: emblematico a riguardo il lavoro eseguito  sulla “location”, presentata seguendo l’estetica della degradata periferia suburbana, a proposito molte scene sono state girate a Pozzuoli, quanto quello della colonna sonora, firmata come accennato da Liberato, in cui il musicista accosta basi elettroniche inedite e sue canzoni a brani classici della napoletanità come Caruso di Lucio Dalla o E so’ cuntento ’e stà di Pino Daniele.

Napoli e dintorni, si può considerare ormai alla stregua di un brand sicuro e vincente, nel film Lettieri, ci aggiunge anche quello relativo alle frange del tifo organizzato, da notare che i veri ultras hanno preso le distanze in modo netto dal film. La regia aspirerebbe a raccontare, questo mondo ultras, ma si ferma in superfice, descrivendo una realtà distorta, incline alla tipizzazione e che il cinema ha ulteriormente standardizzato, quasi sempre le “curve” sono assimilate alla criminalità e a proposito degli ultras, li si immagina calati in una situazione di furibondo e violento spirito di gruppo, una sorta di branco selvaggio, in cui una presa di distanza si connota come tradimento. Il regista non opera per sottrazione, ma anzi calca la mano, estremizzando ulteriormente il carattere dei personaggi, rendendoli talvolta caricaturali. Insomma in Ultras che è comunque un prodotto dignitoso, ci sono tutti i cliché targati Napoli, troppo prevedibili e molto artefatti, le tematiche sono appena sfiorate, non approfondite e viene ostentata un'estetica che sa troppo di già visto e che impedisce a questo prodotto di distinguersi, tuttavia il cineasta è molto giovane e ha discreti margini di miglioramento, gli si può concedere senz’altro credito e una prova d’appello

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