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I predatori

Regia di Pietro Castellitto vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su I predatori

di obyone
8 stelle

 

Dario Cassini, Anita Caprioli

I predatori (2020): Dario Cassini, Anita Caprioli

 

Dal padre Sergio ha ereditato la naturale spavalderia nei confronti della macchina da presa. Dalla madre Margaret la dimestichezza con la scrittura. Buon sangue non mente direbbe, dunque, Gabriele D’Annunzio al quale siffatta frase è attribuita. Ne converrebbe con maggior tenacia se potesse mirare il giovane Pietro Castellitto, regista, sceneggiatore e protagonista del film “I predatori”. E del giovane e svanito Federico, studioso ossessivo di Nietzsche, resterebbe, pure, sedotto, lui, il poeta, che dalle parole pronunciate da Nietzsche traeva ispirazione e che del filosofo prussiano mutava il super uomo nella personalissima versione del “Sommo Vate”. A D’Annunzio piacerebbe il mite Federico che si scaglia con ardimento contro una lapide marmorea e contro un ingiusto diniego proferito dall’alto. Forse gli dedicherebbe un versetto che ne cantasse la tenace oratoria e l’energica lotta contro l’indecenza, una lotta senza speranza quanto spiritualmente “bella” ed elevata.

 

Pietro Castellitto

I predatori (2020): Pietro Castellitto

 

Quando venne presentato alla Mostra del Cinema di Venezia confesso che pensai a Pietro Castellitto come l’ennesimo raccomandato della scena cinematografica italiana. Figlio di papà e figlio di mammà. Poi però arrivarono i primi entusiastici brusii di chi aveva visto il suo film. La giuria di Orizzonti gli conferì il premio per la miglior sceneggiatura. Perso a Venezia perso per sempre, perché la distribuzione di un film come questo non è mai capillare, specie negli anni epide(r)mici delle ultimissime stagioni cinematografiche. A farmi riconsiderare Castelletto junior contribuì il “cencioso” e spregiudicato albino di “Freaks Out”, l’anno successivo, ma è stato il recentissimo recupero de “I predatori” a spingermi verso la rivalutazione del trentenne figlio d’arte. Il suo film d’esordio è una piacevole sorpresa, un prodotto di quel buon sangue di cui si diceva. Il suo film è girato con estrema cura per le inquadrature, con una maniacale composizione fotografica dell'immagine, con la perfetta fusione tra suono e stacco di montaggio in un prologo periferico in cui una macchina rincorre il rumore del proprio motore senza raggiungerlo mai. E, benché il Federico “Nietzche” Pavone di Pietro Castellitto non sia il centro indiscusso di una storia volutamente corale, egli rappresenta, comunque, l’aspetto fresco e genuino di un intreccio che propone il classico confronto tra classi sociali. Il giovane personaggio, così risoluto ma privo di senso pratico, è il collante che permette a due mondi, nettamente distinti, di sfiorarsi appena. Da un lato vi è la borghese e spocchiosa società romana che l’ha allevato ed ha fatto i soldi con le più disparate e prestigiose attività (cinema compreso), dall’altro gli ambienti più degradati, contaminati da prevedibile ignoranza, endemica violenza e anacronistiche nostalgie, nei quali lo studente romano si imbatte per ordire la sua tumultuosa vendetta. Quelle messe in scena da Pietro Castellitto sono due opposte rive di un fiume che di tanto intanto si avvicinano senza tuttavia permettere a uomini e donne di saltare al di là. Le due metà di Roma si arroccano difendendo, l’una la propria ricchezza, l’altra le proprie miserie. Ciascuno a proteggere il proprio habitat da possibili invasori o specie alloctone aggressive ed infestanti.

 

Claudio Camilli, Giorgio Montanini, Giulia Petrini, Liliana Fiorelli

I predatori (2020): Claudio Camilli, Giorgio Montanini, Giulia Petrini, Liliana Fiorelli

 

Gli ambienti descritti nel film di Castellitto sono le due facce della stessa medaglia, meglio ancora sono i due piatti di una bilancia inizialmente priva di equilibrio. Castellitto aggiunge e toglie pesi dipingendo una famiglia allargata dedita alla malvivenza organizzata e ideologizzata. A contrario tesse le lodi di una famiglia borghese in cui il padre medico salva la vita ad un’anziana donna investita da un auto mentre la madre gira un film politicamente impegnato. Pian piano, però, i pesi che fanno pendere la bilancia a favore dei coniugi Pavone e della loro cerchia di amici e parenti vengono tolti. L’uno dopo l’altro, cosicchè i piatti tornino ad allinearsi. Piccoli difetti, inizialmente poco importanti, si tramutano in macigni. Le ipocrisie borghesi prendono il sopravvento. Si predica bene e si razzola male. Scontri generazionali, tumulti giovanili, mancanza di dialogo, convenienze taciute e tradimenti consumati nell’ombra rendono più opaco ciò che prima sembrava scintillare. Il tracollo borghese è sintetizzato in un rap che viene servito sopra un' elegante tovaglia imbandita. Castellitto butta qualche seme nel terreno avvelenato della famiglia Vismara, fascista e malavitosa, che germoglia inaspettatamente. Claudio si rifiuta di percorrere le vie facili dello zio e ne accetta le conseguenze. La morte e la prigione restituiscono l’equilibrio perfetto. Un principe ladro od un ladro principe suggella la parità bloccando il congegno. Castellitto si muore nel terreno sdrucciolevole del sarcasmo. Si arma di esplosivi, fucili e caschetto e rimane in piedi nelle trincee romane. Il suo lavoro è graffiante e sardonico e non rinuncia alla speranza di un mondo migliore, libero dalla violenza e dalla schiavitù dell’eccesso, un mondo terreno in equilibrio che piacerebbe probabilmente al compianto signor Nietzsche.

 

TIMVISION

 

Pietro Castellitto, Giulia De Santis

I predatori (2020): Pietro Castellitto, Giulia De Santis

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