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Mosul

Regia di Matthew Michael Carnahan vedi scheda film

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La recensione su Mosul

di alan smithee
5 stelle

VENEZIA 76 - FUORI CONCORSO

La città irachena di Mosul, caduta nel giugno del 2014 nelle mani dei miliziani dello Stato Islamico, che compì, tra le altre cose, scempi di moschee e distruzione di manoscritti e documenti di grande rilevanza storica in una delle più antiche biblioteche dell'Iraq, viene dal 2016 difesa dall'esercito iracheno, forte di una alleanza con le armate curde, che riescono a riconquistare la città nel 2017.

Il film Mosul, del regista e soprattutto sceneggiatore americano Matthew Michael Carnahan (fratello del regista Joe), racconta delle drammatiche vicissitudini di una squadra speciale di Nineveh, formata prevalentemente da ex poliziotti fermamente impegnati a liberare quel che resta di una città in rovina, dalla ingerenza oppressiva dei terroristi dell'Isis. Dall'arruolamento di un valoroso giovane volontario, alla tenacia con cui la squadra si batte - con mezzi di fortuna e quel che resta di armi e munizioni - per poter assicurare un futuro a chi potrà essere, grazie a loro, messo in condizione di ritornare tra i ruderi della propria abitazione, cercando di far rivivere la vita in un territorio ridotto a cimitero di anime e di ruderi.

Prodotto da Joe e Anthony Russo che, considerato l'afflato con cui lo sceneggiatore Carnahan ha affrontato la stesura di una storia basata su fatti drammaticamente reali, hanno deciso di affidare allo stesso pure la direzione del progetto, Mosul è un action girato all'americana in stile Black Hawk Down, ma senza elicotteri, girato con ritmo forsennato e senza tregua, in grado di catapultare lo spettatore nel campo di battaglia, tra le trincee polverose di ruderi di civiltà, tra un gruppo di eroi-martiri circondati ma mai disposti ad una resa.

Qua e là si percepisce qualche sospetto di compiacimento, un filo di retorica che rende meno genuina l'operazione, accostandola a qualcosa di più sfacciatamente commerciale; la singolarità ed il realismo della collocazione geografica, teatro della concitata vicenda, riscattano comunque, almeno in parte, questa remora di fondo, di per sé difficile da mettere da parte.      

 

 
 
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