La recensione su Martin Eden

di champagne1

8 stelle

In una Napoli di epoca indefinita, vagamente a cavallo della II Guerra Mondiale e fino ai pieni anni '70, Martin viene folgorato dalla bellezza dell'arte un giorno che la scopre a casa di una nobile famiglia in cui si introduce per motivi assolutamente casuali. Quando la Letteratura non sarà più per lui qualcoisa da consumare, ma piuttosto qualcosa da contribuire a produrre tramite le sue prime e acerbe opere, Martin capirà che forse il salto al quale sembrava destinato non è così facile da compiere ...

Questa trasposizione dell'opera di London merita grande attenzione per la capacità di riprodurre con sufficiente fedeltà l'intento originale dell'Autore, creando nello stesso tempo un'ambientazione del tutto originale e peculiare in cui si vede invece il lavoro del giovane regista, al suo secondo lungometraggio, che la rende infine un'opera a sè stante.

Il protagonista è ritratto con tutti i riferimenti con cui London lo aveva dipinto, relativi ai suoi lati umano, artistico e politico. Ma è il montaggio con cui si alternano filmati d'epoca al girato e che quindi mescola documenti originali con le vicende narrate che permette al film di evolvere, grazie ad un linguaggio potente e visionario.

Marinelli si esibisce in un'altra grande prova di spessore e riesce con grande efficacia a riproporre il suo tentativo di cercare l'emancipazione nell'arte piuttosto che nella lotta politico-sindacale, ma anche l'angoscia dell'artista ormai riconosciuto che, dopo aver cercato inizialmente solo a cambiare le sue condizioni di vita e a farsi accettare come tale, infine progetta non solo di intrattenere ma anche di convincere il suo pubblico. con tutte le frustrazioni del caso.