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The Dazzled

Regia di Sarah Suco vedi scheda film

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La recensione su The Dazzled

di supadany
5 stelle

Festa del cinema di Roma 2019 - Alice nella città.
In un periodo storico come quello attuale, nel quale l'instabilità riguarda da vicino -  seppure in forme differenti - un po' tutti, basta un attimo per perdere l'equilibrio e ritrovarsi impantanati in circostanze spiacevoli.
A volte succede di non rendersi nemmeno conto di aver smarrito la bussola, di pensare che sia tutto regolare e di essere nel giusto, mentre è il resto del mondo a navigare in cattive acque (cosa peraltro conclamata), incapace di visualizzare la retta via.
In casi del genere, chi è colto da un sussulto di lucidità si ritrova da solo, dinanzi a dilemmi che non annoverano soluzioni indolore.
Camille (Céleste Brunnquell) è una ragazza di dodici anni, costretta a rivedere il suo stile di vita quando i suoi genitori (Camille Cottin e Èric Caravaca) entrano a far parte di una comunità cattolica capitanata da un prete (Jean-Pierre Darroussin) che predica una condivisione e una solidarietà assolute.
Quando le maglie del controllo travalicano il confine del lecito e i suoi stessi fratellini sono in pericolo, Camille dovrà decidere come procedere per evitare di vedere completamente falcidiata la sua famiglia.

 

Céleste Brunnquell

The Dazzled (2019): Céleste Brunnquell


The dazzled affronta senza timori reverenziali tematiche spinose. Nella rappresentazione di una disgregazione del rifugio familiare, smuove la sabbia sul fondale delle apparenze rassicuranti, quelle costituite da una facciata piena di sorrisi e buoni propositi, per poi scatenare le contraddizioni insite ormai anche laddove l'opinione pubblica vede tutto rosa e fiori.
Così, la gabbia che tarpa le ali e occlude il pensiero individuale è costituita da una comunità religiosa ma di fede cattolica, una scelta impavida in questo frangente storico, con il vento che spingerebbe con forza in direzione di altri lidi. Si parla comunque - e di cosa altrimenti? - di individui che approfittano della posizione acquisita e della loro eloquenza per sfruttare le debolezze altrui e annullare ogni forma di dialogo, stabilendo regole aberranti che stringono il cappio intorno al collo di chi tenta di imbastire una qualsiasi forma di reazione.
Questo ritratto è predisposto dal punto di vista di un'adolescente stritolata da dubbi (su cosa sia effettivamente giusto fare) e volontà (vivere una gioventù normale, cullando un'innocente passione), paure (di perdere tutto) e speranze (di sbagliarsi).
La regista Sarah Suco, anche co-sceneggiatrice, stringe i tempi, spariglia costantemente le carte in tavola, fa un passo a destra e uno a sinistra, tentenna e si dimena al pari di Camille, la sua inviata speciale sul luogo del delitto.
La sensazione principale che rimane al termine dell'opera è che gli sviluppi non procedano di pari passo con le idee (viene immediato pensare che un soggetto del genere nelle mani di Francois Ozon o dei fratelli Dardenne - citati in virtù dei recenti Grazie a Dio e L'età giovane - avrebbe garantito ben altri frutti), che i tempi siano stremati, mitigandone in questo modo l'integrità.
In ogni caso, The dazzled rimane un film coinvolgente, in grado di infervorare l'animo di chi è attanagliato dai cattivi pensieri e di mettere in discussione ciò che solitamente non lo è, portando il tifo dalla parte del dialogo, di quel libero arbitrio di cui c'è la tendenza a riempirsi la bocca mentre, in realtà, rimane troppe volte circoscritto sulla carta.
Turbolento e sguaiato.

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