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What She Said: The Art of Pauline Kael

Regia di Rob Garver vedi scheda film

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La recensione su What She Said: The Art of Pauline Kael

di mm40
6 stelle

Un ritratto umano e professionale di Pauline Kael (1919-2001), con ogni probabilità la più importante e influente critica cinematografica del Novecento.


Una vita per nulla facile, quella di Pauline Kael, nome forse sconosciuto alla stragrande maggioranza degli spettatori italiani, ma ancora ben vivo nella memoria di quelli americani. Stiamo parlando infatti della più nota e soprattutto della più influente critica cinematografica di sempre, capace con le sue opinioni di decidere le sorti di una pellicola o, addirittura, di far cambiare drasticamente idea ai suoi colleghi di penna. La Kael non ha avuto una vita facile, si diceva: ragazza madre abbandonata dal padre di sua figlia (Gina Broughton, che compare in questo lavoro tra gli intervistati), dovette scalare le gerarchie di un universo prettamente fallocentrico come quello della critica dimostrando con fermo carattere e idee brillanti il suo valore di fronte a tutto e a tutti. Alti e bassi caratterizzarono il suo percorso professionale, spesso minato dalle repliche (talvolta perfino intimidatorie) dei diretti interessati dei suoi articoli, con la consacrazione definitiva configuratasi nell'approdo al New Yorker, nel 1968. Alcuni estratti dai suoi pezzi, arguti e sempre alla ricerca di qualcosa di straordinario, sono letti durante il documentario, che vede inoltre la presenza delle testimonianze di numerosi scrittori, attori e registi del calibro di – tra gli altri – Quentin Tarantino, Alec Baldwin, Francis Ford Coppola, Paul Schrader e, in materiale d'archivio, anche Norman Mailer, Peter Bogdanovich e Woody Allen. What she said – The art of Pauline Kael è scritto, diretto, montato e prodotto da Rob Garver, ed è il suo primo lungometraggio. 6/10.

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