Espandi menu
cerca
You die - Scarica l’app, poi muori

Regia di Alessandro Antonaci, Daniel Lascar, Stefano Mandalà vedi scheda film

Recensioni

L'autore

undying

undying

Iscritto dal 10 giugno 2002 Vai al suo profilo
  • Seguaci 124
  • Post 41
  • Recensioni 2994
  • Playlist 58
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su You die - Scarica l’app, poi muori

di undying
3 stelle

La copia della copia della copia della copia della copia della copia di The call: You get the app. Ovvero dell'ennesimo debutto (a tre) per un altro horror italiano inguardabile. Della serie senza idee e senza mezzi, come ti confeziono l'ennesimo flop.

 

locandina

You die - Scarica l’app, poi muori (2018): locandina

 

Asia (Erica Landolfi) sta passando un periodo particolarmente critico, destinato a diventare terrificante quando, in un centro commerciale, un ragazzo le chiede in prestito il cellulare. In realtà il giovane le scarica un app. chiamata "You Die": un'applicazione che - tramite realtà aumentata - permette di vedere spettri dei defunti. Inizialmente Asia è scettica ma quando si accorge che diventa impossibile rimuovere l'app. e le visioni si estendono anche nella realtà, tenta di scoprirne di più. Ogni informazione sul web circa l'applicazione è però misteriosamente oscurata. Con l'aiuto dell'amico Leo (Rocco Marazzita) e di un esperto di informatica dal dark web scopre che ogni 24 ore - per sopravvivere - deve scaricare "You Die" sul cellulare di un'altra persona. Asia apprende poi che anche la fidanzata del fratello Filippo (Simone Moretto) da tempo è vittima dell'app. ma a differenza di lei, non si fa scrupoli a coinvolgere altre persone, contribuendo così ad aumentare il numero delle vittime.

 

scena

You die - Scarica l’app, poi muori (2018): scena

 

Con il contributo della Film Commission Piemonte e della città di Torino, Alessandro Antonaci, Daniele Lascar e Stefano Mandalà realizzano la loro opera prima che tra ottobre e novembre del 2018 appare allo Screamfest Horror Film Festival e al Trieste Science+Fiction Festival. Anche se You get the app. si porta a casa da Los Angeles un premio in parte giustificato (miglior cinematografia a Davide Piazzolla), non deve avere entusiasmato il pubblico dato che resta in stand by due anni, per poi uscire direttamente in home video negli USA quindi in Spagna, Messico e Vietnam (qui addirittura distribuito nelle sale). Mentre, ad oggi, resta inedito proprio nel paese di origine, anche se questo non può dirsi un male. Perché siamo sempre lì, al limite del guardabile tipico di tantissime produzioni indipendenti italiane. Non ci si improvvisa registi senza un minimo di formazione e non si realizza un film senza budget e con (poche) idee riciclate sino alla nausea. Vorremmo sempre parlare bene di un horror italiano, ma a forza di cedere alla simpatia si finisce per stimolare ad andare avanti su questa brutta strada. Quindi è meglio essere onesti, nel rispetto prima degli autori stessi e per il pubblico poi.

 

scena

You die - Scarica l’app, poi muori (2018): scena

 

Qui si ricalca il tema orientale di The call - filtrato sino alla nausea dagli americani (Bedevil) - e in genere il monotono J-horror, ormai obsoleto già nei primi anni del nuovo millennio. Anziché sul cellulare in senso stretto, la maledizione perseguita chi scarica l'applicazione: variante pressoché inesistente rispetto alla lunga e brutta serie citata (The call). Cinematografia e buona parte del cast artistico non possono essere criticati, dato che - a differenza di tanti altri horror italiani recenti - qui risaltano. A non funzionare sono i soliti punti deboli, ovvero un doppiaggio (sembrerebbe in presa diretta) tremendo, l'accumulo di situazioni copiate senza alcuno spunto da altri titoli, prive di un minimo di originalità e l'assenza di effetti speciali dovuta probabilmente al budget. Purtroppo ancora una volta il risultato è all'opposto rispetto alle origini del genere: anche Freda girò I vampiri (1957) senza budget e in una settimana ma era un regista vero e quel film è stato imitato poi in tutto il mondo. Adesso accade esattamente il contrario: esordienti allo sbaraglio e senza mezzi imitano (male) brutti horror, solitamente americani e orientali.

 

scena

You die - Scarica l’app, poi muori (2018): scena

 

"L’introspezione è un’attività che sta scomparendo. Sempre più persone, quando si trovano a fronteggiare momenti di solitudine nella propria auto, per strada o alla cassa del supermercato, invece di raccogliere i pensieri, controllano se ci sono messaggi sul cellulare per avere qualche brandello di evidenza che dimostri loro che qualcuno da qualche parte, forse li vuole o ha bisogno di loro." (Zygmunt Bauman)

 

Trailer

 

F.P. 25/10/2020 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 93'54")

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati