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Il giardino della violenza

Regia di John Frankenheimer vedi scheda film

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La recensione su Il giardino della violenza

di dedo
6 stelle

Tratto da un romanzo di Ed McBain (pseudonimo di Evan Hunter, prolifico scrittore di libri polizieschi ed affermato sceneggiatore, tra cui “Gli uccelli”), racconta un episodio della guerra fra bande minorili newyorkesi. In un’incursione, tre italo-americani uccidono un esponente cieco quindicenne di una banda rivale portoricana. L’incipit del film è chiaro ed il sostituto procuratore Bell (Burt Lancaster) intende procedere con l’accusa di omicidio premeditato, che comporta la pena di morte. Ma il suo senso di giustizia lo porta ad indagare più a fondo nell’ambiente malsano in cui sono cresciuti i tre assassini, ambiente che ben conosce essendoci nato e trova gli elementi per evitare un giudizio scontato in partenza. Il regista, John Frankenheimer è alla sua seconda fatica (diverrà famoso l’anno successivo con “L’uomo di Alcatraz”) impiega attori tratti dall’ambiente che descrive, esclusi Lancaster, nei panni di Bell, la Winters (madre di uno degli imputati) e Savalas (tenente di polizia, al suo esordio come attore), riprendendo il filone del neorealismo italiano. Pur essendo un film di intensa denuncia sociale, con momenti  di grande impatto visivo, non riesce a sviluppare il tessuto narrativo in modo convincente, ricorrendo in abbondanza a stereotipi e luoghi comuni, teso più a privilegiare la prova attoriale di Lancaster, che più che figura per l’accusa appare come avvocato difensore, a scapito del contesto. Tuttavia sono palpabili l’abilità e la capacità di un grande regista, specie nelle scene iniziali. Lancaster, all’apice del successo, gigioneggia e calca la mano sul personaggio che rappresenta. La Winters, giovane ed in trasferta americana, appare monocorde ed offre una prestazione non adeguata alla sua dimensione. Savalas rimane in ombra. Scenografia e luci abbastanza adeguate. Colonna musicale non esaltante. Complessivamente visibile ma non eccezionale. Voto 6

Sulla colonna sonora

Sufficiente

Su John Frankenheimer

Non certo la sua migliore prestazione

Su Burt Lancaster

Grande figura che nel film ha la tendenza ad occupare più spazio di quello dovutogli

Su Dina Merrill

sufficiente

Su Shelley Winters

Forse disambientata nella sua trasferta americana non riesce ad esprimersi al meglio

Su Telly Savalas

Al suo esordio come attore, rimane decisamente in ombra, schiacciato da un Burt Lancaster prevaricante

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