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Tale padre

Regia di Lauren Miller Rogen vedi scheda film

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La recensione su Tale padre

di marcopolo30
2 stelle

Fiacchissima commedia, perfettamente in linea con la ormai moribonda US Comedy, nella quale buonismo di convenienza e politicamente corretto dominano incontrastati sullo sfondo di uno sfacciato spottone pubblicitario della Royal Caribbean. Da evitare.

Se era lecito che la commedia americana rozza e qualunquista degli anni '80 fecesse rimpiangere ai più quelle di Billy Wilder e del miglior Blake Edwards, diventa quanto meno preoccupante che quella odierna faccia pensare con nostalgia a titoli del calibro di “Porky's” o “Scuola di polizia”. Se la risata intelligente era andata a farsi benedire già trent'anni fa, oggi è l'intero concetto di risata che è in via d'estinzione dalle parti di Hollywood. Se il genio era stato sostiuito alla meno peggio dal mestiere, ora quegli stessi mestieranti non sono più nemmeno liberi di agire, costretti come sono nelle anguste gabbie del buonismo di facciata e del politicamente corretto. Prendiamo ad esempio questo “Tale padre”, opera prima da regista di Lauren Miller Rogen. Lo spunto di partenza, il buon soggetto non mancherebbe, con padre e figlia che allontanatisi l'uno dall'altra anni prima, vengono riuniti da circostanze fortuite su una nave da crociera. Una volta se ne sarebbe potuto tirar fuori qualcosa di carino, magari non eclatante ma sicuramente divertente. Non era garantito, chiaro, ma sarebbe stato possibile. Oggi no, giacché per scrivere e girare una commedia devi prima preoccuparti di suddividere in maniera equanime i ruoli per genere, etnia e orientamento sessuale, e poi -ostacolo ancor più insormontabile se sei alla ricerca della risata del pubblico- evitare accuratamente gags e situazioni che potrebbero anche solo microscopicamente offendere qualcuno. Così non si va lontano, indipendentemente da quanto bravo possa essere un autore. Paletti a parte, nel caso di “Tale padre” la Miller Rogen non è che abbia dato prova né di grossa inventiva né di capacità di realizzare due personaggi tridimensionali le cui sorti possano minimamente destare l'interesse dello spettatore. Né peraltro i due interpreti principali Kristen Bell e Kelsey Grammer ci mettono granché di loro per migliorarlo tale piattume. E se per quel che riguarda la modestia dei personaggi secondari, come detto, la colpa è più probabilmente da ricercare nell'uso spropositato e ormai quasi obbligatorio di tale nuovo 'Cencelli hollywoodiano', il resto del disastro temo proprio sia farina del sacco di Mrs. Rogen. Peggiora ulteriormente il quadro la costante, invasiva e (per niente) occulta pubblicità alla Royal Caribbean, che più che uno sponsor sembra qui vero e proprio produttore del film. Anzi, quasi quasi è meglio pensare che l'obiettivo di Rogen & C. non fosse quello di realizzare un film ma piuttosto di farsi una crociera all-inclusive a sbafo.

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