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Armi chimiche

Regia di Eran Riklis vedi scheda film

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La recensione su Armi chimiche

di alan smithee
4 stelle

TFF 37 - FESTA MOBILE

Il maturo Adereth è stato un brillante agente segreto in capo al Mossad, il servizio segreto israeliano. Ora tuttavia, secondo i suoi superiori, la vecchia spia pare ormai destinata al pensionamento e, venendo meno la fiducia di costoro nei suoi confronti, i capi decidono gli venga affiancato un giovane agente dalle ottime prospettive: coraggioso, tenace, dinamico, oltre che figlio di un caro collega di Adereth, caduto in servizio (l'attore Itay Tiran) che, con la scusa di essere istruito, deve in realtà monitorarne le mosse e riferire.

Per la anziana spia tutti gli sforzi vengono diretti a dimostrare che i siriani hanno in progetto un attacco chimico ai danni di Israele, e per riuscire ad avere prove schiaccianti, l'uomo si serve di una tenace ricercatrice chimica di origine italiana, Angela Caroni, apparentemente incrociata fortuitamente in occasione di un banale tamponamento d'auto.

Noto internazionalmente soprattutto per le sue opere di grande afflato civico-morale come La sposa siriana e Il giardino di limoni, ma apprezzato anche per alcune trasposizioni più che dignitose da bestseller internazionali ("Il responsabile delle risorse umane" su tutte), il regista israeliano Eran Riklis si dedica ora al thriller di spionaggio in stile fumoso ed arrivellato che ricorda gli incastri alla Le Carré. Riklis finisce per firmare tuttavia un blockbuster stilisticamente impeccabile, ma anche freddo, senza il nerbo sufficiente per attanagliare allo schermo, ma anzi rischiando di confondere, se non addirittura annoiare con le sue macchinazioni farraginose. 

Dal punto di vista del cast, formalmente di tutto rispetto, Ben Kingsley pur in gran forma ed elegantissimo come di consueto, non riesce a dare quel tocco glamour che il suo personaggio maliconico e pieno di segreti meriterebbe. 

Dal canto suo la splendida Monica Bellucci appare più spigliata e meno icona statica del solito, ma non proprio in grado di vanificare o far dimenticare le lacune di una storia che accumula particolari e dettagli senza particolare rilevanza narrativa apparente, e finisce sbrigativamente per scegliere una soluzione piuttosto repentina e molto poco convincente all'insegna del thriller mancato che finisce per essere.

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