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La Persistente

Regia di Camille Lugan vedi scheda film

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La recensione su La Persistente

di OGM
7 stelle

I miti dimenticati diventano reali. Diventano crudeli ed invincibili.

Una moto. Viva. Maledetta. Dotata di un cuore vero. Di un’anima nera. Una macchina dimentica la sua appartenenza al futuro tecnologico, alla voglia di correre veloce uccidendo gli istanti del presente, per tornare indietro, nel luogo senza tempo in cui regnano i miti immortali, terribili, misteriosi, destinati a rimanere senza nome. La montagna è il loro regno, laddove il sole si affaccia a stento, mentre il ghiaccio imprigiona la terra, accentuandone lo squallore. Questo racconto approfitta della fredda desolazione di un paesaggio aspro, isolato ed ombroso, per saturare lo spazio della sua densa sostanza infernale: un liquido scuro e viscoso come l’olio da motore, che cola dalle ferite come un sangue primordiale, a ricordarci che la nostra materia è pesante ed inerte. Il volo non è di questo mondo; non lo è la leggerezza, non lo è il desiderio, non lo è la vittoria che si conquista con l’effimera arma della violenza. La carnalità è consistenza perdente, che àncora l’umanità al suolo, mentre solo  agli dei e ai demoni è consentito allontanarsene, cavalcando leggendarie illusioni. L’estetica inesorabilmente tagliente e severamente limpida di questo cortometraggio  intende marchiare a fuoco i dannati che pretendono di ignorare la loro vulnerabilità di creature molli, deboli e imperfette. Il metallo è la corazza guerriera degli esseri superiori, in cui si personificano le nostre ataviche paure, così come la nostra torbida attrazione verso eroi onnipotenti e immaginari, docili strumenti della fantasia, perché inflessibili di fronte ai deprimenti limiti della realtà. E grazie alla loro cruda persistenza, se l’amore, da morboso e proibito, diventa invincibile e letale. Un centauro dal volto straniero lo dimostra con un bacio rubato, con un tocco respinto, con una vendetta che agisce a  distanza, sulla scia di un istinto che fonde  costumi selvaggi e pratiche magiche. Il filo della storia si fa esile, davanti alla prepotente presenza di un tutto insondabile e ostile che sconfigge la logica. L’epica si astrae dal mondo per disegnare una dimensione aliena. La battaglia si combatte fuori dal senso, prescindendo da ogni obiettivo, solo per resistere, per ribellarsi a chi domina, o per continuare a dominare.  

 

Harold Torres

La Persistente (2018): Harold Torres

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