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Bene ma non benissimo

Regia di Francesco Mandelli vedi scheda film

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La recensione su Bene ma non benissimo

di mm40
3 stelle

Candida, adolescente grassottella, ha perso la madre ed è costretta a trasferirsi insieme al padre dalla Sicilia a Torino. Bullizzata dai nuovi compagni di scuola, trova conforto solo nell'amicizia con il taciturno Jacopo, ragazzino autistico che non ha meno problemi di integrazione di Candida. Il reciproco rapporto di solidarietà e comprensione farà sì che i due superino il difficile momento, e anche che Candida incontri di persona il suo rapper preferito, Shade.


Bene, scoprire che Francesco Mandelli può reinventarsi regista e di un'oper(in)a a suo modo impegnata e non banale negli argomenti; ma non benissimo la realizzazione dell'oper(in)a in sé, tirata via in alcuni momenti – sia per la messa in scena che per i dialoghi – e, come d'altronde prevedibile visti i toni della storia, un bel po' scontata nella sua risoluzione. La morale classicissima secondo cui l'unione di due precarietà fa la forza è pure perdonabile, data la destinazione del prodotto al pubblico più vasto; già meno comprensibile è la direzione degli interpreti lasciata qua e là allo sbando, ma in fin dei conti va apprezzata totalmente l'intuizione del regista di non piazzarsi anche davanti alla macchina da presa – e tanto basti. La sceneggiatura di Fabio Troiano (da cui il soggetto), Laura Sabatino e Vincenzo Sabatino, con revisione di David McWater, è farcita di luoghi comuni e piccole leggerezze, ma nel complesso la narrazione procede senza grandi intoppi. Francesca Giordano e Yan Schevchenko sono i due giovani protagonisti, non sempre impeccabili, mentre tra i volti maggiormente noti in scena troviamo Gioele Dix, Maria Di Biase in una particina e ancora Giordano De Plano, Euridice Axen e Rosario Terranova. Compare infine anche il cantante Shade nel ruolo di sé stesso, e non se la cava nemmeno male, interpretando peraltro nella scena clou il suo successo del 2017 che dà il titolo al lavoro. Considerando che si trattava di un esordio 'solista', Mandelli – che aveva già diretto nel 2015 La solita commedia: inferno in combutta con Fabrizio Biggio e Martino Ferro – ha fatto comunque più di quanto da lui si potesse attendere. 3/10.

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