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I nuovi mostri

Regia di Mario Monicelli, Ettore Scola, Dino Risi vedi scheda film

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La recensione su I nuovi mostri

di lino99
9 stelle

Un'antologia ricca di talenti e di critica sociale, nonché di risate

 

Censura mia, anche questa volta hai combinato un bel pasticcio: 

non solo di questo capolavoro hai mischiato l'intreccio

ma come se non bastasse nel passaggio in televisione

mancano ancora due episodi del nostro Vittorione. 

Non uno, non due, bensì 5 episodi colpisti

tra feci, offese alle istituzioni e neo-artisti.

Ciò che desta scalpore non sono tali trovate

ma averci rovinato utili e sane risate.

Perdonate la divagazione

ma c'era bisogno di un cazziatone.

 

E' interessante notare che un'operazione di raccolta fondi per il grave stato di salute dello sceneggiatore Ugo guerra è diventata col tempo anche un cult imprescindibile. La formula utilizzata ne "I mostri", volta a mostrare nudi e crudi tutti i vizi, ancora attuali, dell'italiano medio, attraverso una sfilata di personaggi caricaturali e spesso grotteschi, è stata qui egregiamente riproposta da tre assoluti maestri della commedia all'italiana: Ettore Scola, Mario Monicelli e Dino Risi. Nessuno ha messo la propria firma agli episodi nei titoli di testa e alcuni hanno anche lavorato gratis. Cast di prestigio, i cui protagonisti sono Gassman , Sordi e Tognazzi, tutti in gran forma , mentre la cattiva e amara sceneggiatura è curata da Age e Scarpelli, Bernardino Zapponi e Ruggero Maccari, la fotografia è di Tonino delli Colli e le musiche sono di Armando Trovajoli. La durata degli episodi varia: ci sono alcuni di neanche due minuti, che attraverso impeccabili recitazioni e una messa in scena più allegorica che diretta all'intrattenimento riescono a lasciare allo spettatore un dato di fatto e un messaggio che vuole far riflettere; gli altri invece, di quasi dieci minuti, offrono personaggi stravaganti e divertenti, a volte sopra le righe, ma sempre all'insegna della critica sociale. Monicelli dirige due episodi: Pronto Soccorso e Autostop: il primo, forse il migliore dell'antologia, presenta una performance di Sordi, altolocato e snob, spassosa e sboccata, con la sua parlantina da bauscia, che per caso deve soccorrere un uomo ferito, mostrando ipocrisia ed egoismo, ma la vicenda si rivolge anche all'inefficienza del servizio sanitario, colmo di inservienti nullafacenti e orari; il secondo, con Ornella Muti autostoppista ed Eros Pagni guidatore, è un esempio degli scherzi che a volte ci riserva il destino e, pur sempre amaro come le altre scene, mette in secondo piano il fattore comico. Di Risi invece sono 5: Con i saluti degli amici, con Gianfanco Barra boss che nega letteralmente fino alla morte, breve ma tagliente dipinto dell'omertà; Tantum Ergo, con Gassman cardinale che improvvisa una messa per cessare le lamentele di una piccola comunità parrocchiale: una sequenza volta a mettere nero su bianco l'eterno desiderio di proteste del popolo e il frequente opportunismo degli ecclesiastici, ma aperta comunque a tante interpretazioni; Senza Parole, altro episodio atipico con la Muti innamorata: una triste dimostrazione del "non fidarsi è meglio" ispirata ad un fatto di cronaca del periodo; Pornodiva, con Eros Pagni dimostrazione vivente dell'avidità dell'uomo, che lo spinge a fare davvero di tutto; Mammina e Mammone, con un fantastico Tognazzi, bambinone e strabico, felice 

nonostante l'estrema povertà. Ettore Scola poi ne ha girati sette, tra cui i due assenti all'appello televisivo: Il sospetto e Sequestro di persona cara, entrambi con un bravissimo Gassman: il primo con un brigadiere che approfitta della sua copertura e il secondo con un marito apparentemente sofferente; poi abbiamo il più famoso, L'Elogio Funebre, con Sordi che trasforma un funerale in uno spettacolo di varietà; Come Una Regina, commovente ritratto sempre con Albertone dell'arrivo del parassitismo dei genitori; 

Hostaria, Gassman e Tognazzi esilarante coppia omosessuale in litigio in cucina, tra parolacce e rallenty dei lanci degli alimenti; Cittadino Esemplare, anche questa breve ma importante parabola sull'indifferenza, con Gassman padre di famiglia e infine L'Uccellino della Val Padana: Tognazzi sposato con Orietta Berti solo per soldi, talmente cattivo da sfuttare la perdita della voce di quest'ultima. Un guazzabuglio dunque di risate intelligenti e autocoscienti, con situazioni che in realtà dovrebbero far piangere. Una pietra miliare del nostro cinema.

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