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American Pop

Regia di Ralph Bakshi vedi scheda film

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La recensione su American Pop

di maso
8 stelle

Interessante viaggio musicale orchestrato dai disegni acidi di Ralph Bakshi che partendo dai pogrom in russia, traccia la parabola sinusoidale di una famiglia che si tramanda la passione per la musica attraverso quattro generazioni lungo ottanta anni di storia americana.

La prima metà dominata dalla classica e il jazz è poco parlata e meno coinvolgente, ma descrive con tagliente sarcasmo l'era del proibizionismo fino ad arrivare alla seconda guerra mondiale che chiude la prima metà del film con una sequenza molto bella, il protagonista di questo segmento è un militare che partecipa alla campagna in Europa, e durante una missione trova in un locale diroccato un pianoforte, si siede e suona "As time goes by" ma alle sue spalle spunta un minaccioso soldato tedesco armato di mitra che dal comportamento sofferente sembra essere ferito gravemente, il pianista si accorge della sua presenza e comincia a suonare "Lilli Marlene" suscitando per alcuni istanti la commozione del soldato nemico che lo ringrazia, quasi a sottolineare la magia della musica anche nell'inferno della guerra.

La seconda parte è più briosa: illustra con crudele realismo la generazione del "Peace & Love", che Bakshi ha vissuto in prima persona e può quindi descrivere attraverso le sue esperienze personali.

Il personaggio del musicista capellone che viene risucchiato dal vortice dell'eroina è il simbolo di una generazione che ha fatto male i suoi calcoli: la sua ragazza dai rossi capelli ha molti punti in comune con il destino toccato a Janis Joplin mentre Hendrix è ritratto direttamente e altri alfieri storici della musica di quegli anni come i Doors, Jefferson Airplane e Dylan rivivono attraverso le loro canzoni.

L'ultimo segmento è invece più istantaneo: pone l'attenzione sul passaggio fondamentale fra l'utilizzo dell'eroina e quello della cocaina nell'ambiente musicale, mentre il concerto finale del biondo spacciatore che scrive canzoni è simbolico per descrivere la crescente contaminazione elettronica che la musica rock subirà in maniera sempre più massiccia fino ai giorni nostri, ma la grafica coloratissima e fluorescente che Bakshi utilizza per raccontare il concerto ci vuole in un certo senso indicare che tale destino toccherà anche l'arte grafica.

Sebbene l'impianto narrativo può risultare a tratti noioso lo stesso non si può dire del commento musicale selezionato dall'autore pieno di brani immortali e lo stesso vale per le bellissime tavole realizzate con fluente utilizzo del rotoscopio.

Merita una visione degli amanti della vera musica e non è sicuramente adatto ai bambini visti i temi trattati ed il tratto dei disegni a volte disturbante anche per gli adulti.

 

 

 

La colonna sonora

Bella perchè tocca vari generi rappresentandoli con pezzi memorabili.

 

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