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Captive State

Regia di Rupert Wyatt vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Captive State

di axe
6 stelle

Un'invasione aliena causa la sottomissione dei popoli della terra alle creature venute dallo spazio, le quali suddividono le nazioni in città-stato, a capo delle quali pongono amministrazioni-fantoccio, che sorvegliano la popolazione contrastando i tentativi di rivolta. Dal canto loro, gli alieni sfruttano le risorse terrestri limitandosi ad intervenire nei casi in cui serve il pugno di ferro. Dieci anni dopo, a Chicago, la Phoenix, un'organizzazione di ribelli, pianifica un attentato contro un centro di comando e sorveglianza dal quale dipende la supremazia dell'invasore. Il progetto è di estrema complessità, e la relativa realizzazione porta alla morte di moltissimi membri dell'organizzazione, ma, in qualche modo, ha successo. Il film racconta tutto ciò seguendo le vicende ed i rapporti interpersonali di membri della resistenza e di collaborazionisti. Il regista Rupert Wyatt è bravo nel caratterizzare i personaggi, di alcuni dei quali, sia di una fazione, sia dell'altra, i ruoli non sono chiari fino a conclusione. Gabriel e Rafe Drummond, facenti parte della resistenza, sono personaggi che agiscono cono chiarezza d'intenti. Il ruolo di William Mulligan, ufficiale della polizia è invece incerto. Appare fedele sostenitore della causa aliena, tanto da far carriera, ma il suo rapporto con Jane Doe - che apprendiamo essere leader dell'organizzazione Phoenix - ed il continuo cercare un legame con Gabriel Drummond ci lasciano comprendere che c'è dell'altro. Altresì, ho apprezzato l'impegno del regista nel descrivere una società privata della facoltà di evolversi ed autodeterminarsi. La Chicago del 2030 circa sotto il dominio alieno è una città che sembra tornata al XX Secolo, per la tecnologia che utilizzano i suoi abitanti. Ulteriori forme di modernità, come supporti di memorizzazione digitale, sono contrastate, con lo scopo di cancellare la memoria storica dei cittadini; agli stessi, tuttavia, il nuovo ordine è presentato come una evoluzione del precedente. Una sorveglianza discreta scoraggia l'associazionismo sovversivo; i membri di Phoenix comunicano per mezzo di inserzioni in un quotidiano. La presenza extraterrestre, pertanto, potrebbe essere solo un'allegoria, dal momento che la caratterizzazione del regista è molto realistica. Tuttavia, essa è utile a dare originalità all'opera. Le creature fantastiche, umanoidi ricoperti di spine, appaiono raramente. Il ritmo del film è assai lento, ciò potrebbe scoraggiare più di uno spettatore. Rupert Wyatt si concentra sulla ricostruzione dell'operato della Phoenix, sulle vicende dei personaggi, sull'ambientazione, corredata da una buona colonna sonora. L'azione c'è, ma è funzionale alle necessità della sceneggiatura, la quale prevede alcuni colpi di scena ed un buon finale. Una discreta ed inusuale opera di fantascienza, poco attraente a causa di un incedere blando, ma con validi contenuti per appassionati e non.

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