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Bright

Regia di David Ayer vedi scheda film

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Paul Hackett

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La recensione su Bright

di Paul Hackett
6 stelle

In una realtà alternativa nella quale esseri umani, elfi, orchi e persino moleste e aggressive fatine convivono, più o meno pacificamente, nelle città americane, l'agente di polizia Daryl Ward ha non pochi problemi ad accettare il collega orco Nick Jakoby, a sua volta emarginato sia dagli uomini che dai consanguinei. Durante il loro lavoro, i due s'imbattono in Tikka, una ragazza-elfo in fuga con una bacchetta magica che una malvagia Bright (ossia un essere in grado di padroneggiare la magia) chiamata Leilah vuole utilizzare per risvegliare il leggendario Signore Oscuro. In fuga da poliziotti corrotti, agenti federali, gang di umani e di orchi e dai pericolosi cospiratori che vogliono rientrare in possesso della bacchetta, tra i due colleghi nascerà finalmente un reciproco rispetto.

 

Strizzando l'occhio alle creature grottesche di Guillermo Del Toro, soprattutto alla saga del demone Hellboy, il regista David Ayer dirige per la piattaforma Netflix un curioso fantasy metropolitano che mette troppa carne al fuoco e si perde nel fumo che ne consegue. Il tema del rapporto tra coppie interrazziali di poliziotti dai caratteri contrapposti è stato praticamente sviscerato in tutte le possibili declinazioni e anche la coppia inter-specie non è un'assoluta novità, essendo stata oggetto del vecchio e ormai dimenticato Alien Nation (1988) di Graham Baker, con James Caan e un irriconoscibile e ancora giovanissimo Mandy Patinkin: sull'ormai abusato filone, Bright continua ad aggiungere piani narrativi, rimescolando continuamentele le sue carte fino alla totale confusione. Ad un certo punto, il meccanismo "prende" e se ne comincia persino ad apprezzare il bizzarro andamento e la visione tutto sommato suggestiva, ma resta il punto di domanda di un'opera che non si capisce bene se sia una roba seria o soltanto un beffardo scherzo. Non male gli effetti speciali e i costumi, forse un po' svogliato il protagonista Will Smith e decisamente noiosa la colonna sonora di David Sardy. Finale letteralmente tirato via.

 

Un rebus, sul quale opterei per un salomonico 6/10.

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