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Le rondini di Kabul

Regia di Zabou Breitman, Eléa Gobbe-Mévellec vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Le rondini di Kabul

di yume
8 stelle

Dal romanzo di un algerino che pubblica col nome della moglie per evitare censure che ben conosce, un'animazione di grande bellezza sull'amore, la libertà e la violenza

locandina

Le rondini di Kabul (2019): locandina

Adattamento del romanzo di Yasmina Kadra The Swallows of Kabul (2002), la regista / attrice Zabou Breitman e l'animatrice Eléa Gobbé Mévellec arrivano a Cannes 2019 con un film d’animazione girato con una tecnica particolare. Filmati gli attori, hanno trasformato le cornici in grafiche simili ad acquerelli dipinti a mano, a tratti ispessiti da forti pennellate di inchiostro.

In un mondo spettrale, Kaboul 1998, nel pieno del regime talebano, si aggira una popolazione silenziosa e rassegnata. Palazzi diroccati, strade percorse da jeep cariche di uomini urlanti che sparano in aria, donne velate da pesanti burqa che sembrano rondini nere cadute a terra, vecchi che fumano sulla soglia di povere case e guardano increduli quel mondo che non riconoscono. Tutto ha contorni sabbiosi, come sfocati dalla sabbia del deserto spinta da un Föhn che non dà tregua. Mohsen e Zunaira e Atiq e Musarrat sono le due coppie protagoniste.

scena

Le rondini di Kabul (2019): scena

I primi sono più giovani, lui storico ex insegnante all’Università e ora smarrito in una città ostile e cattiva, lei pittrice che rifiuta il burqa, autoreclusa in casa lo chiede in prestito alla vicina se necessario, ma non rinuncia alle sue scarpette bianche. Vietate dai talebani, rischia frustrate e prigione se insiste a metterle.

I due giovani vogliono vivere, si amano e ancora credono nel futuro, nonostante tutto, lei disegna sulle pareti figure di un tempo perduto ed è una donna diversa, consapevole, non accetta di essere quel nulla che costumi tribali atavici e regole talebane in corso impongono alla donna .Gli altri due sono anziani e disincantati, lei, malata terminale, soffre per “ non aver adempiuto ai suoi doveri di moglie", icona perfetta di una condizione di subalternità all’uomo che non conosce alternativa.

A Musarrat, guardia carceraria indifferente e inaridito da un matrimonio che si trascina senza amore né rispetto, consigliano di ripudiarla, cosa farsene di una malata? “Prendi una bella vergine e metti al mondo figli” gli dicono gli amici.

Sullo sfondo la miseria, la brutalità, il fanatismo rozzo e violento, la sottomissione di un popolo che un giorno era libero, conosceva le arti, amava la bellezza, rispettava lo spazio in cui viveva.

Le storie delle due coppie s’intrecciano fatalmente e arriveranno all’esito drammatico.Nelle loro vicende personali, nell’interazione reciproca e infine nella catastrofe finale è registrato con matematica precisione quanto la grande Storia pesi sulle piccole storie individuali e come sia facile reprimere quel bisogno di libertà che solo in un volo di rondini alte nel cielo vediamo realizzato. Donne avvolte in pesanti sudari si muovono come fantasmi nelle strade, della donna lapidata sentiamo solo il respiro affannoso e vediamo macchie rosse di sangue allargarsi sulla stoffa, nient’altro. Mohsen assiste alla lapidazione, ma non saprà mai perché ha lanciato anche lui una pietra, l’ultima.Aveva passato la mattina a girare come inebetito per le stanze della sua ex università, vuote di studenti e di studi, piene di fori di proiettili e rifiuti.

Cosa siano i condizionamenti ancestrali lo dice quella pietra.Lui non se la perdonerà e nemmeno Zunaira potrà farlo, quell’abisso di genere che li separa neppure l’amore può colmarlo e penserà la morte a pareggiare i conti.

scena

Le rondini di Kabul (2019): scena

Sarebbe ingiusto rivelare altro della trama con il colpo di scena che chiude la storia, il racconto ha un forte potere di attrazione e la svolta finale è il suo punto di forza. Valore aggiunto è la contestualizzazione, così realistica e attenta ai riflessi che quel regime ha avuto su persone e cose e alle tragiche conseguenze di quel mix di fanatismo e violenza che guida l’istinto di sopraffazione dell’uomo sull’uomo. Non è solo la donna ad essere vittima, anche se solo a lei e allo stormo di rondini che si allargano in cielo è affidata un’ipotesi di speranza. E alle scarpette bianche di Zunaira che corrono lontane da quegli uomini che vogliono rubarle la vita.Vittime sono tutti, anche quando stanno dalla parte degli aguzzini. Ma questi lo sono di più, a loro non resta neppure la speranza

 

 

www.paoladigiuseppe.it

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