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I diabolici

Regia di Henri-Georges Clouzot vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su I diabolici

di luisasalvi
8 stelle

Christine, ricca cattolicissima venezuelana, proprietaria e insegnante di un collegio a Parigi, malata di cuore, è angariata da un marito odioso, Michel, direttore dello stesso collegio; Nicole, altra insegnante del collegio, è amante di Michel ma si presenta come amica di Christine e ne alimenta l'odio verso il marito, il quale, d'accordo con l'amante, fa di tutto per farsi odiare da Christine; poiché per questa il divorzio è peccato grave, Nicole la convince a uccidere il marito e l'aiuta a farlo; lui si presta a fare il morto, per poi sparire come cadavere e ricomparire vivo in modo sconvolgente per la moglie, che ne muore di infarto; mentre i due amanti si felicitano per il successo, un poliziotto cui la moglie aveva confessato il delitto e che sapeva già che questo non era accaduto li sorprende e minaccia loro lunghi anni di prigione. Ma intanto uno scolaro, che aveva già detto senza esser creduto di aver visto il direttore quando questo si teneva nascosto e sembrava scomparso e la moglie credeva di averlo ucciso, ora afferma di aver visto la moglie, che dovrebbe essere già morta, e ne offre la prova nella fionda che gli era stata sequestrata ma che lei gli avrebbe restituito. Questa viene intesa come una boutade surreale, avallata dalla scritta in cui si chiede al pubblico di non raccontare la trama del film; eppure, se è "vero", come prova la presenza della fionda, dobbiamo pensare che lei abbia fatto solo finta di morire (come prima il marito), dopo essere stata avvertita dal poliziotto dello scherzo fattole dal marito: soluzione quasi altrettanto surreale, più macchinosa, ma per questo più coerente ai paradossi del film, al modo di procedere del poliziotto e allo spirito di Clouzot, e ancor più compatibile con la richiesta finale di non raccontare la vicenda. È vero che Michel le ha sentito brevemente il polso per verificare che fosse morta, ma è possibile non sentirlo quando si è convinti che non batta, e tutto il film presenta stranezze e incoerenze simili, che fanno parte del gioco...
In tutti i casi una visione cinica dell'umanità, fatta di crudeltà e di viltà da ogni parte; senza scrupoli i due amanti che sfruttano le ingenuità e la malattia della donna; non migliore lei che per rigido moralismo rifiuta il divorzio ma accetta l'omicidio, con tutte le paure che ne conseguono; pavidi e privi di dignità i due altri insegnanti della scuola e i due inquilini della casa di provincia di Nicole (a Niort, Poitou, città natale di Clouzot): l'unica figura positiva, attenta a comprendere benevolmente ma con ironia ogni persona (immagine del regista?), è l’ispettore di polizia (che ricorda molto quello di Legittima difesa), e forse anche il ragazzino che dice di aver visto prima il direttore, poi la moglie, e ne è punito.
La visione di Clouzot, che nei primi film sottolineava la compresenza indecifrabile di bene e di male, sembra sempre più orientata verso il male, come se il bene fosse solo un accessorio, presente forse nei bambini, ma destinato a scomparire negli adulti. Più rivedo i suoi film, in ordine cronologico e di fila, più provo la sensazione che ciò derivi dalla situazione della Francia occupata, dalle riflessioni sul collaborazionismo, la delazione, il moralismo intransigente dei resistenti, le debolezze e le immoralità di tutti, per avidità o paura o stupidità o fanatismo o meschinità. Le uniche gentilezze sono ipocrite, interessate o servili. O stupidamente fanatiche come la dedizione inefficace di Christine alla scuola. Il film è un gioco, comunque lo si prenda, ma un gioco nero e amaro, comunque lo si prenda.
La raccomandazione finale agli spettatori di non rivelare la trama del film mi pare un altro gioco, o forse un invito a raccontarla, perché in realtà il film si apprezza molto meglio conoscendone la vicenda: in particolare le forzature sadiche di Michel nei confronti di Christine acquistano senso proprio sapendo che sono volute per invogliare lei a ucciderlo; tipico l’incontro a Niort, dove lui finge di ammorbidirsi e la intenerisce al punto che lei sta per rinunciare al proposito, e allora lui cambia tono e la riporta alla decisione presa.

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