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Carambola, filotto... tutti in buca

Regia di Ferdinando Baldi vedi scheda film

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La recensione su Carambola, filotto... tutti in buca

di giurista81
1 stelle

Boiatissima che riparte da dove si era chiuso il primo episodio, Carambola, andando però ad amplificare la portata demenziale. Il cast tecnico e la produzione è la stessa, si mantiene la coppia apocrifa costruita a immagine e somiglianza di Bud Spencer e Terence Hill, il problema però è che non si scrive alcuna sceneggiatura. Il film, di fatto, non ha una storia ma vive sulle scazzottate dei due protagonisti, sulle urla del sopra le righe Piero Lulli, che chiama di continuo la carica nei panni di un colonnello nordista a cui hanno i due hanno sottratto un sidecar munito di mitragliatrice, e sulle moine di Gabriella Andreini che è innamorata di Bud II un po' come la Saval in Si può Fare... Amigo! ma in misura più marcata e demenziale. 

Non mancano volti noti come Glauco Onorato (va in giro a cacciare mosche con una paletta a rete), Remo Capitani (il Mescal di Trinità) e il duo Pino Ferrara e Benjamin Lev nei panni di sceriffo e vice l'uno più idiota dell'altro. Tutti sono alla caccia del sidecar con cui il duo, a inizio film, ha demolito un paese pacifico perché il mezzo è risultato privo di freni.Tra l'altro è uno dei pochi film in cui non muore nessuno, sebbene si spari persino con una mitraglatrice. Edel, cioè quello che dovrebbe essere Bud, lancia persino la dinamite contro un plotone steriminato di inseguitori che a fine film braccano il duo, dicendo al compagno di avventure: "Vedo se li spavento..."

Momento trash insuperbile la sfida a biliardo, con le palle che compaiono misteriosamente sul tavolo, tra Cantafora (Hill dei poveri) e Glauco Onorato (doppiatore del vero Bud e del suo sosia e qua pure interprete) che si sfidano con tiri impossibili e palle che assumono traiettorie artefatte in modo scattoso. 

Irriconoscibile la mano di Fernando Baldi, qua senza estro e costrutto in quello che sembra esser un film allestito in fretta e furia tanto per rastrellare qualche lira. Non credo che si sia raggiunto il fine. E pensare che è prodotto da Manolo Bolognini, colui che ha prodotto Django, Texas Addio Il Pistolero dell'Ave Maria. 

Tra i western italiani più brutti e insulsi che mi sia capitato di vedere. Anni luce inferiore persino del primo capitolo, che già non era un masterpiece. Peggiora anche la colonna sonora di Tempera e Bixio. Non si salva niente, da evitare.

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