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Un matrimonio

Regia di Robert Altman vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Un matrimonio

di marco bi
6 stelle

Anche se si ride (amaramente) è difficile affezionarsi a qualcuno dei 48 personaggi (già in Nashville erano 24), 49 se si conta la morte arrivata senza invito! Perché Altman, che ama il film corale, a volte anche apparentemente caotico (ricordo pure M*A*S*H), spinge molto (troppo?) sul sarcasmo e sui dialoghi taglienti per caratterizzare i personaggi - tutti sopra le righe.

 

 Il regista, che nei suoi film dà un'immagine dell'America grottescamente amorale e contraddittoria, rivisitando il cinema americano, con i suoi miti e i suoi sogni,  lo dissacra.

Ora la sua scure si abbatte sulla 'cerimonia' del matrimonio.

 

Siamo nello stato del Michigan, in una splendida chiesa, annunciato da squilli di tromba, si svolge un solenne matrimonio. Peccato che coloro che lavorano all'evento (musicisti, sacerdoti, fotografi e operatori, addetti al cerimoniale ed alla sicurezza) siano in numero maggiore rispetto agli invitati, i quali indossano vestiti simili a seconda del  gruppo di appartenenza (in lilla le signore di una famiglia, in salmone le ragazze dell'altra ecc.). Officia un anziano vescovo (l'allora novantenne regista John Cromwell) che non ricorda le parole. Dicono: - sì, lo voglio -  la sposina con l'apparecchio ai denti ‘Muffin’ Brenner (tradotto con Meringa!) e lo sposino Dino Sloan-Corelli.

 

Per il pranzo ci spostiamo nella fastosa villa degli Sloan (dove però è difficile trovare i bagni) e dall'altare passiamo... agli “altarini”. La padrona di casa é la ricca matriarca ‘Nettie’ Sloan (Lillian Gish, famosa attrice di film muti, allora ottantaduenne), che è appena defunta, ma decidono di non rendere pubblica la funerea notizia per non rovinare il matrimonio. Il dottore (che ammette di non aver assistito a tutte le lezioni di medicina) è un ubriacone… a chi non beve dice: - allora sarà contento di sentirsi di merda tutto il giorno -  allunga le mani sulle donne e forse ha una tresca con la madre dello sposo (la bella Nina Van Pallandt, ha recitato anche ne 'il lungo addio') che all'occorrenza droga pure. Il padre dello sposo, Luigi Corelli ex cameriere romano (Vittorio Gassman, grande maschera tragicomica), prima del matrimonio dovette sottostare ad un patto: non avrebbe più frequentato la famiglia d’origine... quindi non ha parenti presenti alla cerimonia. La madre della sposa, moglie infelice e maltrattata, prima rifiuta le avances di un invitato, poi le agogna e ogni volta che li sorprendono in atteggiamenti intimi…fa finta di aver perso un orecchino. Il padre della sposa, un ignorante e volgare camionista arricchito (dice di essere un banchiere!), rapporta il valore di tutto al denaro. ‘Buffy’ (tradotto con Berlinga!) è la patologica invidiosa  sorella della sposa (Mia Farrow)  ed è incinta dello sposo… ma di lei ‘hanno approfittato’ quasi tutti gli allievi dell'accademia.

 

Gli addetti al cerimoniale ed alla sicurezza mettono troppo zelo nel loro lavoro... e i risultati sono comici (tra loro c’è Geraldine Chaplin, che si ‘affeziona’ un po’ troppo alle sposine). Le due famiglie sono -  giustamente -  poco stimate e gli invitati non arrivano, allora tocca agli amici e parenti passare sotto l'ala di accoglienza  che, conoscendosi già, si presentano così: - piacere, Ingrid Bergman.  - Piacere, George Washington. Al momento del  rituale lancio del bouquet della sposa, un inaspettato 'rimpallo' del mazzetto tra le giovani donne fa capire che nessuna vuole sposarsi!

 

 - Attenzione racconto il finale -

Poi gli eventi precipitano: arriva una tempesta, i segreti non rimangono più tali e giunge la tragica notizia che gli sposini, appena partiti, sono morti in un incidente con l’ automobile. Allora i parenti rompono il cerimoniale, si accusano reciprocamente dell'accaduto e dicono cosa pensano veramente gli uni degli altri, ma poi scoprono che i loro figli non sono partiti e che stanno bene e - vigliaccamente - tornano a lusingarsi. Per Luigi questo è troppo, basta recitare, è anche arrivato suo fratello dall'Italia (Gigi Proietti, per gli americani…Luigi) e, nauseato da tutto, decide di tornare a Roma con lui, dopo averlo prima picchiato e poi abbracciato - scena molto divertente - lasciata all'improvvisazione dei due mattatori, recitata in dialetto romano con tanto di stornelli cantati.

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