Espandi menu
cerca
Forrest Gump

Regia di Robert Zemeckis vedi scheda film

Recensioni

L'autore

L@Nicolett@

L@Nicolett@

Iscritto dal 14 aprile 2024 Vai al suo profilo
  • Seguaci 2
  • Post -
  • Recensioni 36
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Forrest Gump

di L@Nicolett@
10 stelle

Bellissimo! E non solo di “Rete4” Titolo che ha lasciato il segno nell'immaginario collettivo, che ti resta dentro per sempre, e lo si deve a quella sua straordinaria “ingenuità CONSAPEVOLE” con cui attraversa la storia: la sua, e quella del mondo! Uno di quei titoli che non resisti a non rivedere sarebbe da 4 stelle, ma dico 5 per le emozioni...

...a portata di mano.

 

Effetti speciali che allora fecero stupore... ma il successo del film lo si deve in buona parte alla bontà del personaggio, a quella sua straordinaria “ingenuità consapevole” con cui attraversa la storia: la sua, e quella del mondo! Storia e un mondo che oggi, sembrano smarriti... e di cui l'unica riproposizione pare siano le guerre assurde.

 

L'utente “cantautoredelnulla” mi ha ricordato le innovazioni tecniche che Zemeckis introdusse nella pellicola, da me solo accennate: certo, regista sempre all’avanguardia, dal botto con “Ritorno al futuro” fino agli ultimi successi, passando per “Roger Rabbit”, forse il più inovativo tra tutti, dato il mirabolante risultato.

Davvero un precursore dunque, quel Zemeckis, che ha attraversato con successi incredibili tutti i generi cinematografici possibili.

Forrest Gump fu appunto uno di questi, tra i tanti, quello a cui forse si resta più affezionati, che si fa amare più di altri. “Ritorno al futuro” dite?! Quello fu puro genio, meraviglia assoluta, entusiasmo al suo massimo!

 

Forrest gump invece... è calore, è stupore... è amore.

Anche se fatichi a comprenderne il significato...

scena

Forrest Gump (1994): scena

 

Uno di quei titoli che quando ripassa in tv non si può resistere a non rivedere, magari solo qualche spezzone qua è la.

Tante le scene madri costruite, telefonate anche, durante lo scorrere delle immagini.

E dunque tanti i momenti toccanti: sfido chiunque si reputi una persona umana, a trattenere le lacrime nella scena in cui Forrest e “la sua Jenny” si ritrovano nella fontana del Lincoln Memorial ! Dopo anni e anni, ancora mi fa bruciare gli occhi.
Tecnicamente grandiosa la scena, ripresa in campo lunghissimo, con lei che, tutta contenta, avanza annaspando nell’acqua incontro al suo Forrest.
Per non dire le scene con la Jenny bimba, da rubarla per quanto dolce. E che alla sottoscritta ricorda un fatto tremendo che mi vide partecipe.

Ma pure quella della prima “quasi mezza volta” tra loro. O quando la strappa alla scelleratezza dei puttanieri dal palcoscenico del night club; quando ha paura di sapere se il figlio “almeno è intelligente oppure..?” ; o la tomba sotto l’albero, quando a Forrest si rompe il groppo in gola mentre recita il monologo di commiato sulla lapide della sua adorata Jenny. O quella in cui lui la chiede in sposa: -“ma so l’amore che significa” (e giù lacrimoni).

 

Si lo so, un film molto stereotipato forse, didascalico di sicuro, ma al solo fine di rendere al meglio allo spettatore più ritroso, l’ingenuità e quindi genuina bontà di fondo, del personaggio; di cui non ho mai compreso se sia davvero esistito (ai tempi dell’uscita dicevano di sì).

In questi termini, emblematica la scena in cui finalmente ritrova Jenny e, porgendole la tanto citata “scatola di cioccolatini” dichiara di averne mangiati alcuni. E lei se l’aspettava.

 

È un film che si fa da solo; la regia deve solo accompagnare la sceneggiatura, semplice e lineare, ma che subito ti cattura con il volo di quella piuma. Certo, resta sempre un altro grande ed incisivo colpaccio del poliedrico Robert Zemeckis (regista che sembra esser stato creato da una costola di Spielberg) da annoverarsi nel gota della cinematografia internazionale.

Bellissima lei, la giovane Robin Wright non ancora Penn, all’oggi, divenuta una tra le attrici più belle ed intense mai apparse sul grande schermo, spesso sottovalutata, e ancor più spesso dimenticata, a favore di quelle che ritengo sue copie di rincalzo, se non altro per esser sorte dopo di lei: le più sponsorizzate colleghe rivali, Cate Blanchet in primis (che, pur adorandola, comincia a risultarmi indigesta).
Quell’anno Robin W. non fu nemmeno inserita nella cinquina dell’Oscar; ottenne solo una candidatura ai Golden Globe, riconoscimento cha ha poi raggiunto solo troppi anni dopo, per una serie tv tra l’altro. Ma si sa, quasi tutti i premi cinematografici sono, di fondo, una faccenda politica più che altro…

 

Quanto al protagonista, Tom Hanks, solo lui avrebbe potuto interpretare questo ruolo che sembra gli sia stato cucito indosso: con quel faccione, la bocca spalancata, la parlata fluente sostenuta dall’ingenua sicurezza di se, e gli occhi allampanati, lui che di solito li tiene sempre socchiusi.
Ma certo, un Oscar mi sembrò alquanto eccessivo, come sempre mi pare eccesivo elargire premi a chi interpreta ruoli da disabili mentali: per il semplice motivo che risultano tutte canzonature (e volendo, il più convincente che io abbia mai visto, è stato un sensazionale Leonardo Di Caprio nell'ottimo “Buon compleanno Mr Grape”, candidato all’attore minore, battuto dal Tommy Lee Jones de... “Il fuggitivooo”?!! Ma dai! Scandaloso! Semplicemente inconcepibile!

Andate a controllare la cinquina di quell’anno; anche perché il bravo Tom lo aveva appena vinto nell’edizione precedente, spuntandola su di una cinquina a dir poco fantastica, capitanata da un superlativo Anthony Hopkins.

 

Risultò particolarmente simpatico il lessico di Forrest:

 

“Io cicalavo come una cicala in agosto”;

“Adesso sono un po’ stanchino, credo che tornerò a casa”

“tenente Daan! tenente Daaan...?! gelato alla crema...”

e ancora: “ho preso il resto di tutti i soldi che io c’ho!” ;

“quando io giocavo a pìiingpòòong per l'esercito visitai il paese della Cina”... ...“eravamo i primi americani a mettere piede in quel paese dopo un milione di anni o giù di lì!”

“Io e Jenny stemmo sempre insieme, come il pane e il burro!”
“Jenny era la mia amica più specialissima: lei mi insegnava a leggere, io a dondolare...”

 

Battute così enfatizzate dal memorabile doppiaggio italiano: come lo dice bene il doppiatore: “pììngpòòng!”.

Come memorabile risultò anche il personaggio petulante di Bubba e la sua tiritera sui gamberi.

Le ingenue uscite di Forrest sono usate per stemperare la situazione di alcune scene altrimenti più drammatiche o di maggior tensione o trasporto, conferendo al tutto una commistione inaspettata di commozione, ilarità, tenerezza e comicità, del quale non so fino a che punto si possa riconoscere l’involontarietà.
Personalmente, dopo tanti anni, trovo ancora esilaranti e contemporaneamente esaltanti, le scene incredibili in cui il protagonista gioca football Americano, o anche meglio, a ping pong; anzi, a “pììngpòòng!” ;-)

 

Doveroso di menzione, il memorabile apporto prestato dalla brava Sally Field, altra attrice che in me ha lasciato il segno, attraverso alcuni dei film coniugati al femminile più belli di sempre. Ancora una volta, qui gioca nei panni ad essa congeniali, quelli di madre ideale sul grande schermo: è proprio lei ad avviare il film, accompagnando il piccolo Forrest, dai primi passi, fino alla vita adulta. Magnifica e indimenticabile.

Sally Field

Forrest Gump (1994): Sally Field

 

Credo sia decollata proprio da qui invece, la carriera di Gary Sinise, il suo tenente Dan resta nella memoria collettiva, non solo grazie i duri scontri verbosi con il protagonista, ma anche grazie agli effetti speciali che lo resero “incredibilmente credibile” nel ruolo del mutilato invlido di guerra.

Gary Sinise

Forrest Gump (1994): Gary Sinise

 

Neanche a dirlo, voto 5 stelle per le emozioni, magari scontate e stereotipate, ma che ancoa mi procura.

 

Ps. Un’ancora più personale annotazione che ad ogni visione mi fa ripensare, anzi, dubitare: Zemeckis sembra voler suggerire una antipatia di fondo nei riguardi del divo, anzi, “divino” John Lennon; e non so il perché, ma temo ne avesse ben donde. Di solito, in presenza di grandi personaggi che tutti s’affannano ad idolatrare, “non è tutt’oro quello che luccica!”...

E lui fu colui il quale smembrò il quartetto più famoso di sempre. E questo qualcosa vorrà pur dire.

Dall’uscita del film avevo sulla lingua quest’impressione, e oggi, qui, mi andava di esporla, dispiaciuta di suscitare, probabilmente, la disapprovazione di qualcuno dei suoi fan più accoliti.

 

E a proposito di miti della musica, del rock: strepitosa la colonna sonora non originale, quarant’anni di storia, non solo della musica, non solo americana! Brani a dir poco mitici! Altro che la mondezza di oggi per cerebrolesi in stato catatonico.

 

Sally Field, Tom Hanks

Forrest Gump (1994): Sally Field, Tom Hanks

scena

Forrest Gump (1994): scena

Tom Hanks, Robin Wright

Forrest Gump (1994): Tom Hanks, Robin Wright

Gary Sinise, Tom Hanks

Forrest Gump (1994): Gary Sinise, Tom Hanks

 

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati