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The Bleeder - La storia del vero Rocky Balboa

Regia di Philippe Falardeau vedi scheda film

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La recensione su The Bleeder - La storia del vero Rocky Balboa

di supadany
6 stelle

Venezia 73 – Fuori concorso

Non serve necessariamente essere dei fenomeni di uno sport per essere adatt(at)i in un soggetto cinematografico, è molto più importante aver avuto, nel bene e ancora meglio nel male – l’auto distruttività attira sempre – una vita piena di svolte.

Sotto questo punto di vista, quella di Chuck Wepner è inattaccabile, scandita da occasioni irrepetibili demolite con le sue stesse mani – in primis, l’incontro di pugilato contro Muhammad Alì e l’amicizia sviluppata con Sylvester Stallone – con una dannata propensione a combinare disastri un po’ a tutti i livelli, partendo dalla vita familiare.

 

Naomi Watts, Liev Schreiber

The Bleeder (2016): Naomi Watts, Liev Schreiber

 

Philippe Falardeau (Monsieur Lazhar) connota la pellicola nel suo tempo con una fotografia d’annata (con effetto rovinato, in simbiosi con i filmati d’epoca) che inquadra il soggetto, forte di un personaggio principale bigger than life per il suo muoversi in moto perpetuo privo di qualsiasi barlume di buon senso, un po’ come se fosse un elefante all’interno di una cristalleria.

Nel racconto si alternano grandi opportunità e cocenti sconfitte umane, ma Chuck, seppur spesso in modo sbagliato, focalizza subito la sua attenzione su qualcos’altro, spesso e volentieri donne e droghe, le sue principali fonti di salvezza e distruzione.

Di fronte a tutto questo spreco, il film non può che essere scandito da numerosi eventi così come da repentini cambi umorali.

In buona sostanza, questo re dei looser trasmette un’infinita tristezza, tanto da generare un’involontaria compassione (ma non perdono a cuor leggero) per come sia riuscito a scivolare nel nulla (e in prigione).

Lo sviluppo è gestito con slancio, c’è tanto da trasmettere e non si perde troppo tempo a vuoto anche se la scorrevolezza e la sintesi a volte paiono eccessive; ovviamente, i momenti clou sono quelli citati in apertura e le due donne della vita del pugile hanno pesi specifici importanti quando è il loro turno e in modalità ben distinte.

Passando al cast, il personaggio di Chuck rivitalizza Liev Schreiber, che negli ultimi anni è più volte sembrato in difficoltà, Naomi Watts in versione rossa rimane una donna da colpo di fulmine immediato (roba da farti mettere la testa a posto), Elisabeth Moss si conferma capace di stare in scena senza strafare e Ron Perlman lascia un piacevole ricordo nei pochi minuti che ha a disposizione (a margine, per lui e Liev Schreiber, il reparto trucco ha lavorato tanto e bene)

In definitiva, The Bleeder è un film dignitosissimo, capace di creare coinvolgimento, alternando epifanie a ribaltoni dolorosi, magari solo un po’ tutto in modo troppo semplice e spedito.

Consigliabile soprattutto agli appassionati di pugilato e poi a chi in un film apprezza veder coperto un vasto campo di sensazioni venendo sbalzato da un lato all’altro. 

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