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Split

Regia di M. Night Shyamalan vedi scheda film

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Sandy22

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La recensione su Split

di Sandy22
7 stelle

Immaginate una stanza con delle sedie e 23 persone diverse che cercando di contendersi  "la zona di luce". Una stanza piena di gente è il titolo della biografia scritta da David Keyes nel 1981 su Billy Milligan, un uomo affetto da disturbo di personalità multipla che rapì tre ragazze. Questa stanza affollata è quindi la mente di un personaggio che convive con una malattia estremamente grave e il regista M. Night Shyamalan si ispira alla storia di Milligan per il suo nuovo film.

 

Split racconta di Kevin, schizofrenico affetto dal disturbo di personalità multipla che possiede 23 differenti identità. La ventiquattresima, chiamata La Bestia, sta per arrivare e si tratta di una figura sovraumana e mostruosa che vuole distruggere chi non è puro. Kevin però è ormai assente da anni, è come addormentato e al posto suo hanno preso il sopravvento l'ossessivo-compulsivo Dennis e Patricia che credono ciecamente nell'esistenza della Bestia. È proprio la personalità di Dennis che rapisce tre ragazze e le rinchiude nella sua "casa" (una sorta di bunker che ricorda a tratti lo spazio claustrofobico di 10 Cloverfield Lane). Tra le tre ragazze c'è anche Casey, una vera e propria outsider, ma decisamente più sveglia delle sue coetanee. 

 

Il film si svolge in parte all'interno della strana e soffocante abitazione di Kevin, in parte all'esterno, precisamente nello studio della dottoressa Karen Fletcher, psichiatra che ha in cura Kevin da molto tempo. Ci sono altre scene all'esterno della prigione in cui sono rinchiuse le ragazze e sono i flashback di Casey che svelano la sua terribile storia di sofferenza. 

 

M. Night Shyamalan costruisce un thriller ad alta tensione che per la maggior parte del tempo è psicologico, ma verso la fine cambia direzione e imbocca un sentiero inaspettato che vira verso il soprannaturale. Proprio questa scelta ha fatto storcere il naso a molti. Io invece ho apprezzato l'elemento fantastico, che di fatto non è nuovo nell'universo del regista che ha spesso giocato con la fantascienza e il sovrannaturale (in The Village per esempio il gioco è al contrario: si parte dal fantastico per arrivare alla realtà).

 

Il film è poi sorretto dalla bravura dei due protagonisti, due facce della stessa medaglia: innanzitutto James McAvoy che dà prova di essere davvero un grandissimo attore interpretando lo schizofrenico Kevin (e quindi le sue diverse personalità, anche se nel film non compaiono tutte e 23); non meno brava è stata Anya-Taylor Joy, che mi aveva già colpito con il bellissimo horror The Witch in cui interpretava la protagonista. In Split, il personaggio della Joy, Casey, è costruito in modo interessante ed è proprio attraverso la sua storia che si crea una sorta di parallelismo fra lei e Kevin: chi è il vero mostro? Qual è la prigione peggiore per Casey? La prigione della malattia è la prigione della sofferenza. In fondo, Kevin e Casey condividono uno stesso passato di dolore e sono più simili di quello che sembra.

 

 

 

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