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Insonnia d'amore

Regia di Nora Ephron vedi scheda film

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La recensione su Insonnia d'amore

di barabbovich
5 stelle

Ci aveva già provato Vincente Minnelli ad affidare le sorti di un vedovo alle mani del piccolo Ron Howard in Una fidanzata per papà. L'operazione sembra riuscire in zona Cesarini anche a Nora Ephron, che dalla storia di Jeff Arch sceneggiata con l'autore e con David S.Ward ha ricavato la più classica delle commedie rosa americane anni '90. Da Chicago dove lavora, Sam Baldwin (Tom Hanks) si trasferisce col piccolo Jonah (Malinger) nell'estremo Nord-Ovest, a Seattle, dopo la morte dell'amatissima moglie. A Baltimora, sull'altra sponda degli States, il cuore di Annie (Meg Ryan) palpita a stento per il mediocre Walter (Bill Pullman). Quando i due si stanno per sposare, Annie ascolta via radio, durante una trasmissione per anime solitarie, la voce del vedovo "costretto ad esternare le proprie pene al confessionale notturno" (Levantesi) e, complice un'amica e le sequenze di Un'amore splendido di Leo McCarey (con Cary Grant e Deborah Kerr), comincia a fantasticare sull'esistenza di un'anima gemella. Refrattario ad ogni tentativo persuasorio di suo figlio ed insensibile ai segni del destino, Sam viene messo davanti al fatto compiuto proprio dall'ordito del ragazzino. Cinque minuti prima dei titoli di coda, Sam e Annie si incontreranno sulla vetta dell'Empire State Building. Con sensibilità femminile e sotto gli auspici di un regista mai abbastanza celebrato come Rob Reiner (che nel film ha anche una parte), Nora Ephron (già brillante sceneggiatrice di Harry ti presento Sally) palleggia il racconto con zelo teleologico, spostandosi da una parte all'altra dell'America e trovando proprio nella scansione narrativa la sua cifra migliore. Peccato che sul pentagramma dei dialoghi si senta più di una stecca (quando si incontrano a New York, i due non trovano di meglio da dirsi che "Sei tu?" "Sono io", nemmeno parodiassero il Sordi de Il segno di Venere) e che la melassa, qua e là, straripi.

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