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Abattoir

Regia di Darren Lynn Bousman vedi scheda film

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La recensione su Abattoir

di undying
5 stelle

Horror puro, piuttosto confuso e criptico nello sviluppo ma con una forza visionaria che ricorda il mondo ultraterreno e infernale messo in campo da Clive Barker. Sostituendo il malevolo protagonista con i Supplizianti questo interessante Abattoir avrebbe potuto benissimo essere proposto come un ulteriore seguito di Hellraiser...

 

locandina

Abattoir (2016): locandina

 

Julia (Jessica Lowndes) è impiegata presso un giornale locale, mentre vive una relazione sentimentale con il poliziotto Grady (Joe Anderson). Da giovane ha abbandonato la famiglia e il New English, assieme alla sorella Amanda, unica altra fondamentale presenza nella sua vita. Quando un pazzo stermina Amanda e la sua famiglia, Julia si vede crollare addosso il mondo. Inizia a indagare, tentando di capire le motivazioni dell'omicida, ma si scontra contro fatti inquietanti: diversi delitti, avvenuti in tempi e luoghi differenti e caratterizzati da violenza domestica, sono accomunati dalla scomparsa della stanza nella quale è avvenuto il crimine. Sempre più confusa e sconvolta, Julia segue un indizio che la riporta nel New English, dove apprende dalla stravagante Allie (Lin Shaye) circa le insane azioni, condotte in passato, dall'ambiguo profeta Jebediah Crone (Dayton Callie). 

 

Jessica Lowndes

Abattoir (2016): Jessica Lowndes

 

"Ogni casa è infestata, ogni uomo un fantasma. Ai piani inferiori sono migliori, ai piani superiori sono peggiori. Abbastanza spesso siamo nati nelle nostre case, e alla fine ci muoriamo. Durante la vita, ci viviamo se siamo fortunati. Si dice che non si può mai tornare a casa. Ma mi chiedo, possiamo mai veramente lasciarla?" (Jebediah Crone/Dayton Callie)

 

Jessica Lowndes

Abattoir (2016): Jessica Lowndes

 

Darren Lynn Bousman, abile regista dei migliori sequel di Saw, dirige con indiscutibile capacità un horror senz'altro originale pur se estramemente contorto via via che si addentra in tematiche spiritiche e paranormali. Dopo un inizio che sembra calcare le atmosfere noir di thriller tipo Seven, questo Abattoir (tradotto dall'inglese, letteralmente, mattatoio) sconfina al di là del plausibile proponendo la figura di un mefistofelico (e assai inquietante) profeta della (altrui) sofferenza, che pure è responsabile della costruzione di un edificio infernale, sorta di girone dantesco perso nello spazio e nel tempo, preambolo a reiterate azioni sanguinare. Ed è proprio quando la storia ci introduce all'interno del mostruoso palazzo -mutaforme e in espansione (similmente a quello voluto dalla vedova Winchester)- che il film raggiunge momenti di visionaria eccentricità. Le stanze abitate da spettrali figure destinate ad uccidere e/o morire per poi tornare a ripetere -senza soluzione di continuità- l'atto violento, ricordano i migliori momenti di Hellraiser (gioiellino diretto nel 1987 dal regista/scrittore britannico Clive Barker): il satanico Crone controlla gli accessi dell'edificio, mentre sulfuree e trasparenti figure sospirando, gemendo e urlando provocano un qual certo senso di timore. Lo spaccato visionario dei momenti punitivi si protrae a lungo, oltre il quarto d'ora, andando ben oltre i confini della esperienza umana. Se il  film lo si affronta dunque sul piano irrazionale, in virtù della dinamica e originale messa in scena, può rappresentare un gradevole intrattenimento. Da segnalare che, nonostante i trascorsi del regista e a dispetto del titolo, questo Abattoir propone raramente scene di violenza, avendo cura di limare l'esibizione del sangue in favore di un più insinuante (e dunque pervadente) clima psicologico di performante terrore.

 

Dayton Callie

Abattoir (2016): Dayton Callie

 

Citazione 

"False scritture avete tra le mani. Fate una testimonianza di ciò che avete di più caro: i vostri cari, le vostre case, i vostri figli. Annotatele, mettetele su pergamena. Tenetele in alto affinché questo Dio falso le veda. In questo tempo di indigenza, viziato dalla rovina, abbiamo lottato, ci è stato tolto. Abbiamo rinnegato noi stessi, ci è rimasto il vuoto. Inviate su una preghiera, come un palloncino di un bambino, come un Icaro orgoglioso... e lo guardate bruciare prima che arrivi in cielo. Ma seppellitelo in profondità, nel marciume, e vedetelo mettere radici nell'Inferno." (Jebediah Crone/Dayton Callie)

 

Joe Anderson

Abattoir (2016): Joe Anderson

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