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Schindler's List

Regia di Steven Spielberg vedi scheda film

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La recensione su Schindler's List

di Serum
5 stelle

 

Oskar Schindler è un imprenditore fallito, fedifrago e amante del lusso che sta cercando di aprirsi la strada verso una ricchezza smodata. L'occasione buona gli arriva con lo scoppio della guerra e le leggi razziali: gli operai ebrei, non avendo in pratica più diritti umani, possono essere ricattati ed utilizzati a proprio piacimento per produrre merce a costo quasi pari a zero. Pian piano però gli orrori che vede perpetrare dai nazisti iniziano a smuoverlo, fino a fargli capire che la vita umana conta più del denaro. Schindler's List è un film molto furbo, fatto in gran parte di allusioni e strizzate d'occhio, che esita su dettagli scenografici (la riesumazione dei corpi, la liquidazione del ghetto, la gigioneria del protagonista) e glissa sapientemente su altri significativi (Auschwitz si intravede soltanto), che ostenta una confezione finto documentaristica (con tanto di didascalie) pur autocensurandosi costantemente grazie alla fotografia in bianco e nero (per non far vedere il colore del sangue, sostituito dal fastidioso escamotage del cappotto rosso) e a trovate di montaggio che danno l'effetto vedo-non vedo (manco fosse un film su dei dinosauri clonati o su uno squalo che affonda pescherecci...) per garantirsi di non turbare troppo gli spettatori, che resta sulla soglia di una neutrale sobrietà emotiva (la quale rischia di trapassare in stanca enumerazione di avvenimenti) credendo di riuscire a compensarla con esagerati momenti topici (il melassoso scioglimento finale, il discorso stucchevolmente posticcio fatto agli operai alla fine della guerra). La Shoah, oltre ad essere uno degli avvenimenti più importanti (ed impattanti) della storia dell'umanità, è un tema che mi sta particolarmente a cuore, col quale di solito è abbastanza facile colpirmi, eppure questo film non è mai riuscito ad emozionarmi davvero. È tutto troppo prudente, troppo calcolato al millimetro per non infastidire quello e quell'altro, troppo costruito. Tanto gli ebrei quanto i nazisti, dall'inizio alla fine, sono rappresentati come una massa informe priva di identità individuali (gli stessi Stern e Goth sono praticamente delle macchiette) ed in un'opera simile lo ritengo inaccettabile. L'unico con una parvenza di caratterizzazione è proprio Schindler, che però è trattato come un burbero dal cuore d'oro da cartone Disney. Naturalmente il livello tecnico è altissimo ma quando tutti gli elementi, per quanto splendidi, concorrono a creare un prodotto che è più fumo che arrosto, la brillantezza della confezione diventa secondaria.

 

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