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Fiore di cactus

Regia di Gene Saks vedi scheda film

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La recensione su Fiore di cactus

di Antisistema
6 stelle

Una media forse troppo elevata su Filmtv, per questa commedia romantica tardo-classica uscita nel 1969 in piena New Hollywood, che si basa sugli equivoci e dalla conclusione molto scontata sin da subito. In America gode di una certa considerazione critica derivante dal grande successo al botteghino dell'epoca, tanto che anche Donald Spoto noto per aver demolito film sentimentali di ben altra caratura e livello come Arianna (1957), Colazione da Tiffany (1961) e Irma la Dolce (1963), mostra invece molto entusiasmo verso questo film e la sua protagonista femminile. Gene Sacks aveva diretto A Piedi Nudi nel Parco (1967), altro grande successo dell'epoca ma oggi molto datato, quindi l'adattamento cinematografico di un'altra opera teatrale era scontato e alla sceneggiatura troviamo I.A.L. Diamond, co-sceneggiatore di tanti filn di Wilder; in effetti si sente la mancanza di una regia di un regista come Billy Wilder che avrebbe di certo trasformato in un ottimo film questo Fiore di Cactus.

 

Goldie Hawn, Walter Matthau

Fiore di cactus (1969): Goldie Hawn, Walter Matthau

 

La regia è senza infamia e senza lode, c'è Sacks, ma ci sarebbe potuto essere qualsiasi altro regista. Il punto di forza sta in un Walter Matthau furbo e bugiardo come suo solito, per raggiungere il suo scopo di uscire con tante donne senza mai impegnarsi seriamente, finché una ragazza (Goldie Hawn) tenta il suicidio e l'uomo seriamente colpito dal gesto, decide di sposarla. Purtroppo per lui la giovane vuole prima sincerarsi che la moglie dell'uomo voglia divorziare effettivamente prima di compiere il grande passo, così il nostro dentista spaccia per tale la sua attempata segretaria (Ingrid Bergman).

Se Matthau nelle commedie è a suo agio, fa' strano vedere l'attrice Svedese alle sua seconda commedia in assoluto dato i suoi ruoli drammatici.

Ingrid Bergman (che sostituisce una dispiaciuta Lauren Bacall nella versione cinematografica) a 54 anni si mette in gioco con tutto sé stessa, senza scadere nel ridicolo con l'avanzare della terza età.

La sceneggiatura gioca sul suo essere fredda come un frigorifero a livello sentimentale, ma è un piacere vedere come una donna a 54 anni che non era mai stata in una discoteca, s'illumini al ritmo vorticoso della musica, prendendosi per sé tutta la scena, sbocciando come un fiore definitivamente durante una sequenza di ballo ripresa con la macchina a mano, così affermando di poter dire la sua anche in mezzo ad una generazione contestataria del sessantotto.

La povera Goldie Hawn deve fare i salti mortali per non farsi annientare dall'attrice Svedese, ed usa l'arma dei suoi grandi occhioni per bucare lo schermo e vincere così l'oscar come miglior attrice non protagonista.

Non è un film indimenticabile, ma lo voglio prendere ad esempio di come anche un certo cinema commerciale di cui il genere sentimentale è portabandiera per sua natura, con il corso degli anni sia andato sempre più calando nella qualità media, sino a dei film che oggi sono spazzatura pura. Per un confronto basta vedere il remake Mia moglie per Finta, dove la regia non esiste, la fotografia è paratelevisiva, mentre Matthau è sostituito da quell'ebete di Adam Sandler, mentre Ingrid Bergman è rimpiazzata da Jennifer Aniston, da cui mi astengo per qualsiasi paragone, perché sono su due rette parallele che non s'incroceranno mai.

 

Ingrid Bergman, Walter Matthau, Goldie Hawn

Fiore di cactus (1969): Ingrid Bergman, Walter Matthau, Goldie Hawn

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