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I soliti ignoti

Regia di Mario Monicelli vedi scheda film

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La recensione su I soliti ignoti

di passo8mmridotto
10 stelle

Con questo film nasce la Commedia all'italiana, grazie al talento di Mario Monicelli e degli sceneggiatori Age e Scarpelli e Suso Cecchi D'Amico.

Inizialmente snobbato dalla critica, fu accolto tiepidamente, ottenne solo 2 Nastri d'Argento per la migliore sceneggiatura e per la migliore interpretazione maschile (Vittorio Gassman).

Il pubblico al contrario gradì molto la storia apparentemente strampalata della "banda del buco" composta da Gassman , Totò, Mastroianni, Salvatori, Murgia, Memmo Carotenuto, Pisacane e dalle brave interpreti femminili Carla Gravina, Claudia Cardinale, Rosanna Rory e Gina Rovere: un successo anche commerciale, con un incasso di oltre un miliardo di lire, non male per quei tempi.

Tutto ruota intorno al desiderio di ricchezza "facile" che spinge la banda di improvvisati malviventi ad osare l'impossibile per portare a compimento un furto milionario.

Il "capo" è Vittorio Gassman, nei panni di Peppe er Pantera, ex pugile con un difetto di pronuncia che rende finalmente simpatico un grande attore che sino ad allora aveva recitato soprattutto ruoli di "cattivo" in teatro e al cinema.

Compagni di sventura, Marcello Mastroianni (Tiberio, fotografo timido e soggiogato dalle sbruffonate del "capo"), Renato Salvatori (Mario) giovane onesto non del tutto convinto di entrare nell'affare, Tiberio Murgia (Michele detto Ferribotte), Carlo Pisacane  (Capannelle) e Memmo Carotenuto (Cosimo), pregiudicato scarognato che muore tragicamente, gettando un velo di tristezza su una commedia che invece voleva soprattutto divertire.

Superlativo il ruolo di Totò, (Dante, il Professore) esperto di casseforti, personaggio indimenticabile di un fallimento clamoroso che comunque servirà a far nascere e a rafforzare amori in corso.

Debutto dignitoso per Claudia Cardinale, appena arrivata dalla Tunisia, che nel film è innamorata di Mario (Renato Salvatori), tenuta sotto stretto controllo dal gelosissimo fratello Michele (Tiberio Murgia). La bella Claudia incontrerà sul set il produttore Franco Cristaldi, e diventerà sua moglie.

Brava anche Carla Gravina, giovanissima interprete di Nicoletta, scoperta l'anno prima da Blasetti con "Amore e chiacchere".

Monicelli si era ispirato al celebre "Rififi" (Du rififi chez les hommes) di Jules Dassin (1955).

Tra i titoli pensati, c'era anche un improbabile "Rufufu", che sicuramente non avrebbe aiutato il film a decollare.

Il regista trovò difficoltà iniziali con la produzione, la Lux Film, che avrebbe voluto nel ruolo di Peppe er Pantera Sordi o Manfredi.

Gassman fu accettato dopo laboriose trattative, e a condizione che gli venissero affiancati altri nomi famosi, quindi Totò, Mastroianni e Salvatori.

Monicelli andò oltre, scoprì Tiberio Murgia, un sardo che faceva il lavapiatti in un ristorante, e lo trasformò in siciliano, aprendogli una discreta carriera di caratterista.

Carlo Pisacane era un attore napoletano di sceneggiate, il regista lo fece doppiare in bolognese, con grande gradimento del pubblico.

Memmo Carotenuto purtroppo uscì troppo presto di scena, dopo la tragica rapina al monte di pietà. Sequenza memorabile.

Anche per Vittorio Gassman si aprì la grande carriera nel cinema: subito dopo "I soliti ignoti" interpretò "Il sorpasso", "I mostri" e "L'armata Brancaleone" e il suo successo proseguirà ininterrotto per molti anni, offuscato soltanto dalle sue ben note vicende personali.

Il grande successo del film spinse Nanny Loy a girare - soltanto un anno dopo - "L'audace colpo dei soliti ignoti", sostituendo Mastroianni (il fotografo) con Nino Manfredi, in un ruolo diverso, che fruttò all'attore la meritata notorietà.

Nel 1985 Amanzio Todini propose "I soliti ignoti vent'anni dopo", con Gassman, Mastroianni e Murgia.

Grande il successo che "I soliti ignoti" ebbe in America, con il titolo "Big deal on Madonna Street", con rifacimenti cinematografici e teatrali: nel 1986 Bob Fosse diresse a Broadway il musical "Big deal", integralmente ispirato al film.

Piccolo neo, ma la pellicola è comunque apprezzabile, l'insucesso di "Crackers" (1984) del grande regista Louis Malle, ispirato al lavoro di Monicelli, destinato a diventare un "cult".

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