Espandi menu
cerca
Supersex

1 stagioni - 7 episodi vedi scheda serie

Serie TV Recensione

L'autore

mck

mck

Iscritto dal 15 agosto 2011 Vai al suo profilo
  • Seguaci 206
  • Post 137
  • Recensioni 1155
  • Playlist 323
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Supersex

di mck
7 stelle

“Buona seeera!”, ovvero: Rocco Return.

 

A Ortona c’è il mare, e ci sta pure un Colosso (che - cronaca odierna e locale - nient'e nulla ha potuto, col suo appello "neutrale" al voto, contro l'altrove ininfluente e qui dannosa coppia mementomorica composta da Renzi & Calenda).


Dopo il punto e a capo dell’Ecce Cazzo del Dirk Diggler di Paul Thomas Anderson, il Corpo Cavernoso in qualità di “McGuffin reificato” è ben difficile da mettere in scena (ultimamente c’è riuscita Lisa Taddeo in “Three Women”, col controcampo del volto di Betty Gilpin in solenne ammirazione dell’Epifanica Erezione), ma Francesca Manieri (il Rosso e il Blu, Vergine Giurata, Veloce Come il Vento, Smetto Quando Voglio: Masterclass & Ad Honorem, Amori che Non Sanno Stare al Mondo, il Miracolo, Figlia Mia, il Primo Re, We Are Who We Are, l’Incredibile Storia de l’Isola delle Rose, Anna, l’Immensità) alla creazione/ideazione e allo sviluppo/sceneggiatura, Alessandro Borghi (che già in “Napoli Velata” s’era fantasmaticament’espresso dal PdV del full frontal, e qui straborda in bene dagli eccessi del forzato sorriso quotidiano a 10 denti dellarcata superiore - spoiler: è un bel temporaneo "The End" al posto di un "Cum!" - alle sfumature più sottili) al Pezzo Forte e Matteo Rovere (un Gioco da Ragazze, gli Sfiorati, Veloce Come il Vento, il Primo Re, Romulus, la Legge di Lidia Poët), che con Lorenzo Mieli (the Apartment) co-produce (Groenlandia), Francesca Mazzoleni (“Punta Sacra”) & Francesco Carrozzini (“the Hanging Sun” e prima molti videoclip musicali ultra-zarri, e “infatti” qui utilizza bene iperinflazionate pietre miliari quali “What Is Love” di Haddaway e “Heart of Glass” dei Blondie) alle regìe lo “inseriscono” bene, il pene, nel paio di occasioni [una semi-pubblica, con l’apparizione parallela alla pronuncia del suo nome d’arte, e l’altra privata/intima, con Tina, una Linda Caridi ("Antonia.", "Lea", "Ricordi?", "Lacci", "SuperEroi", "l'Ultima Notte di Amore") come sempre bravissima e qui recitativamente parlando a mezza via tra Valentina Bellé e Alba Rohrwacher, nell’arcipelagica parentesi egea ben lontana dalle future isole caraibiche (RAI-MediaSet) dei famosi] in cui spunta facendo capolone (giungendo comunque buon secondo dopo l’Origine du Monde affidata alla Lucia adolescente di - nomen non omen - Eva Cela).

 

Quando la carne si sottomette alla carne e gode (vive/muore).

Probabilmente il climax di serie, il suo momento migliore, tanto didattico/didascalico quanto ulceroso/ustionante, è costituito da una Lucia adulta (un’ottima Jasmine Trinca molto a fuoco ed emotivamnete presente che regge un ruolo pesantemente & concretamente "metaforico"), sineddoche compulsiva di un eterogeneo eterno femminino che ha circondato, accompagnato e penetrato Tano/Siffredi (classe 1964 e qui rappresentato dalla metà degli anni settanta alla metà degli anni zero, vale a dire dai 10 ai 40 anni) nell’intero corso della vita e che, oramai paradossalmente emancipata(si), scardina un paradigma nella mente di Rocco (e del maschio in generale) quando, dopo che lui si è giustificato, a proposito della famosa scena (ovviamente consensuale per la legge) del Toilet Fuck (solo accennata, mentre un approccio ben diverso è quello operato dal “Pleasure” di Ninja Thyberg) contenuta nel “Sandy [Balestra] l’Insaziabile” con Sidonie Lavour, dicendo che l’attrice era completamente bagnata (ovvero, Explanation for Pillon, lubrificata), gli risponde “Tu sei sicuro che in quel cesso, davanti a quelle persone, lei voleva andare dove l’hai portata? […] E se voleva fermarsi un secondo prima? […] A Pigalle, una notte, è venuto un uomo basso, grasso, sudicio. Aveva una verruca sul labbro, e con quella bocca mi leccava. Mi leccava, e io non mi sono mai bagnata tanto in vita mia. E la mattina dopo vomitavo.

 

 

La vita (è) porno.

E sotto lo strutturale aspetto letterario tutta “SuperSex” è - oltre che attraversata dall'HIV/AIDS, a partire da John Holmes - così, ricolma di sentenziose “frasi celebri” puntualmente al limite dell’oscenamente stroppio – “Noi siamo quelli che non si risparmiano, quelli che oppongono al dolore del mondo l’unica cosa eterna che hanno: la carne.” / “Ogni potere cerca la sua pace e la pace è un’esplosione, un urlo, un’orgia.” / “Non lo so se avevo tutto, ma ci assomigliava. Non c’era un uomo per quanto ricco o potente che aveva quello che avevo io. Ma qualcosa continuava a mancarmi.” / “La verità è che per quanto tu impari a fottere bene, la vita fotte sempre meglio di te.” – gestite però di volta in volta quasi costantemente bene (sino alla Verità Ultima, quella in cui “la vita torna per un secondo, prima di andare via”, eternamente) e per lo più riuscendo a non essere involontariamente imbarazzanti, e ciò grazie primariamente dagli attori che, tra i principali, oltre ai summenzionati Borghi, Trinca, Caridi e Cela, vale la pena citare tutti: dalla pervicacemente percussiva incarnazione maudit di Adriano Giannini (Tommaso, fratellastro maggiore di Rocco) a Tania Garribba (la madre di Rocco), Vincenzo Nemolato (in mimesi totale - come suo encomiabile solito, e in quest’occasione - con Riccardo Schicchi e in sintonia con la performance di Fausto Paravidino di quindici anni prima), Gaia Messerklinger (che poco a poco transustanzia davvero in Moana Pozzi, rivaleggiando con l’interpretazione quasi diametralmente opposta di Violante Placido di tre lustri prima), Jade Pedri (Sylvie), Mario Pirrello (Franco Caracciolo), Pietro Faiella (il padre di Rocco), Enrico Borello (cugino e manager di Rocco), Saul Nanni (Rocco ventenne), Francesco Pellegrino (Tommaso ventenne), Nutsa Khubulava (Rozsa Tassi, moglie di Rocco), Linda Hardy (Denise), Johann Dionnet (Gabriel Pontello, aka SuperSex: "Ifix Tcen Tcen!"), Giulio Greco (Cristoph), David Kammenos (Jean-Claude) e Marco Fiore (Rocco bambino), oltre ad un paio di potenti camei per Joelle Hélary (a Pigalle) e Florence Guérin (eros & thánatos), recentemente in “Felicità”; mentre la fotografia è di Daria D’Antonio (il Passaggio della Linea, Hai Paura del Buio, Padroni di Casa, N-Capace, la Pelle dell’Orso, il Miracolo, Ricordi?, Tornare, È stata la Mano di Dio, Marcel!, Parthenope) e le musiche di Ralf Hildenbeutel (“Monterossi”), col juke-box che inanella Edoardo Bennato, i Camaleonti, Umberto Tozzi, Ornella Vanoni, Raf, Marcella Bella, Ultravox e Nick Cave & the Bad Seeds. (Ma - mentre Rino Gaetano è un mio cortocircuito - mancano filologicamente - oltre a Catherine Breillat - gli Elii!)

 


Abbraccia il dolore. Acqua di mare e sole.

“Buona seeera!”, ovvero: Rocco Return.  

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati