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Mrs. Davis

1 stagioni - 8 episodi vedi scheda serie

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La recensione su Mrs. Davis

di mck
8 stelle

Suora (per amore - carnale - di Gesù) contro Intelligenza Artificiale (amante del Genere Umano), ovvero: e se Immuni prendesse vita? Ci sto.

 

 

“This is so dumb!”, sbotta sconfortata verso la fine Elizabeth Abbott, aka Suor Simone (Betty Gilpin, una devastante forza della natura), verso Joy (Ashley Romans), la programmatrice di Mrs. Davis (l’applicazione senziente: non subconscio, ma subroutine; l’I.A. semi-divina: Buffalo Wild Wings, tipo un up-grade di Immuni), ed è una catartica esternazione che pure lo spettatore potrebbe rivolgere a Tara Hernandez (“the Big Bang Theory”) e Damon Lindelof (“Lost”, “the Leftovers” e “Watchmen”, oltre a “Star trek / InTo Darkness”, “Prometheus”, “World War Z” e “the Hunt”), i creatori (e sceneggiatori con Alberto Roldán, Noelle Viñas, Nadra Widatalla, Jason Ning, Jonny Sun, Jason Lew e Chikira Bennett) per PeaCock di “Mrs. Davis” (la serie), senonché, a parte un certo “stile” (in zona “Killing Eve” e “Poker Face”), dicevamo: proprio Betty Gilpin (“Nurse Jackie”, “Masters of Sex”, “American Gods”, “GLOW”, “the Hunt”, “the Tomorrow War”, “Gaslit”, “Roar”, “Three Women”). Ecco.

 


Di fatto, poi, questi 8 ep. da 45’/60’ l’uno, che vanno a costituire un «“Black Mirror” scritto da Sheldon Cooper» (o un “Death to Dystopian 2023”) posseggono una loro propria valenza che, se non rilascia gratificazione, almeno un poco di soddisfazione (superato il disorientamento causato dal pilot, la storia ingrana vieppiù), sì, a partire dal cast, che, oltre a Betty Gilpin, comprende Jake Mc Dorman (l’amore terreno di Elizabeth), Andy McQueen (l’amore ultraterreno di Simone), Elizabeth Marvel e David Arquette (la madre e il padre di Elizabeth), Mathilde Ollivier (“1899”; Clara, che ha bevuto dal frontal-parietale del Sacro Graal), Ben Chaplin e Katja Herbers (il padre, Schrodinger, e la madre, LaFleur, di Clara), Chris Diamantopoulos (JQ, abbastanza... indimenticabile), Margo Martindale {la Madre Superiora [la Chiesa Cattolica in quanto a femminilizzazione degli aggettivi sostantiva(n)ti neutro-maschili è avanti di secoli] di Simone}, Tom Wlaschiha ("Game of Thrones", "Stranger Things"; Hans Ziegler, il nome più tedesco che ci sia) e Shohreh Aghdashloo (“the Expanse”; the - nel senso di “la” - Boss), e dalle regìe di Owen Harris (“Black Mirror: San Junipero”; 4 ep.), Alethea Jones (“Made for Love”; 3 ep.) e Frederick E.O. Toye (“BrainDead”, “WestWorld”; 1 ep.).

 


Un grazie speciale a parte per lo splendido ripescaggio della magnifica “Gentle One” di (signore e signori è con estremo piacere che vi presento) Ethel-Ann Powell (da “Elephant Patch” del 1979), mentre le musiche sono del sempre ottimo Jeff Russo (“Fargo”, “Legion”, “the Night Of”, “Santa Clarita Diet”, “For All ManKind”, “Lucy in the Sky”).

 

 

"Su una scala da 1 a 5 stelle come giudicheresti la tua esperienza con me?"

 

* * * ¾ (****)  

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