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Made for Love

2 stagioni - 16 episodi vedi scheda serie

Recensione

Stagione 2

  • 2022-2022
  • 8 episodi

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mck

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La recensione su Made for Love

di mck
8 stelle

Il divorzio del futuro: la convivenza forzata: finalmente anche per i riccastri, mica solo per i poveracci!

 

 

Un doppio anello (la “g” di Gogol - nel senso di un “collega” finzionale di Bezos/Gates/Musk - stilizzata) da infilare all’anulare e al medio o al medio e all’indice che sin dalle prime battute assume (oltre che le sembianze e l’aspetto, proprio) la manifesta funzione di un paio di manette: la metafora è esplicita, la serie…

– creata da Patrick Somerville (romanziere e al lavoro prima su “the Bridge” e “the Leftovers” e poi più compiutamente su “Maniac” e “Station Eleven”) con Christina Lee (“Wet Hot American Summer”), lo scrittore Dean Bakopoulos e la stessa (consorte di quest’ultimo) Alissa Nutting, autrice dell’omonimo e valido romanzo originale di partenza –

…invece è - nel solco del cinema di Andy Siara (lo script di un ep. della pynchoniana “Lodge 49” di Jim Gavin, la sceneggiatura di “Palm Springs” e la creazione di “the Resort”) e di Charlie Brooker (“Black Mirror”), ma con meno rigorosità - follemente adorabile, simpaticamente inventiva e romanticamente disperata: questa seconda stagione…

– scritta prevalentemente dalle stesse Alissa Nutting e Christina Lee con Shepard Boucher, Jovan Robinson e Asmin Pathare e diretta per metà degli 8 ep. di 25’ da Daisy von Scherler Mayer (Halt and Catch Fire), mentre Wendey Stanzler si occupa del paio finale e gli altri due sono affidati a Lisa Satriano e Nathaniel Goodman, e che si chiude con due crudeltà: una verso la protagonista (Hazel Green: Cristin Milioti), che non ha potuto dire addio al padre (Herbert Green: Ray Romano), il quale, durante l’attuazione delle decisione presa con totale consapevolezza e discernimento e in piena libertà, in qualche recesso della mente era consapevole di avere a che fare con la copia parziale di sua figlia e di stare affidando i suoi ultimi istanti (freezer + microchip permettendo) ad un simulacro, per quanto “persona fisica” a tutti gli effetti, e una verso l’antagonista (Byron Gogol: Bill Magnussen), vittima di una vendetta fatale, e di sponda dunque anche verso Hazel stessa, “costretta” a mettere in atto la legge del taglione tanto per vendetta quanto per la propria sicurezza personale –

…riprende il ritmo disciplinatamente disordinato, la cadenza imponderabilmente modulata e il timbro lucidamente allucinato della precedente, poi Cristin Milioti, folletto mattatore dagli enormi occhioni, ci mette la presenza e il talento, e il gioco è (stra)fatto: lo spettatore è preso all’amo, e felice di esserlo.

 

 

- La scienza cognitiva sostiene che il senso dell’io sia un’illusione. È il risultato di proiezioni mentali nel passato o nel futuro: le uniche cose che esistono sono la coscienza e l’esperienza immediata.
- Non so cosa significhi.
- Neanch’io in verità. La tua testa mi ha detto di dirlo: devi averlo letto in qualche libro.

 


Musiche di Keefus Ciancia. Supervisione musicale di Christine Greene Roe, che organizza una notevole playlist: Pinc Louds, Lucy Ellis, Sure Sure, Big John Hamilton, Piero Umiliani, Hidden Charms, Pony Sherrell, Jan Garber, Buddy Holly, Richard Swift, Peter Sivo Band, Shy Kids, Σtella, Up With People, Female Species, Perfume Genius, Lava La Rue, Say Sue Me, Cut Worms, Tkay Maidza, Molly Lewis, BirdLegs & Pauline, Aldous Harding, Mitski, Nancy the Misterious Visions… E Carmen Dragon (Invasion of the Body Snatchers), oltre alla stessa Cristin Milioti (“715 Creeks” di Bon Iver).

 

 

La terza stagione, “necessaria”, non ci sarà: cancellata “da” HBO Max, sulla scia di “Raised by Wolves”, a causa dei casini di assestamento dei conti post-acquisizione/fusione in casa Warner Bros. Discovery (AT&T): tagli allo streaming (serial e news) e archiviazione di film già pronti preferendo mettere a bilancio le perdite con vantaggi in termini di fiscalità rispetto alla pubblicazione on-line o alla distribuzione (e al marketing annesso) nelle sale cinematografiche (e il fatto che forse si avranno meno film DC comics è un’incerta e magra consolazione). Fonti: Entertainment Weekly e NewsWeek. Questione diritti a parte, che immagino non sia insormontabile, rimane difficile pensare che possa recuperarla Netflix (che ha cancellato “GLOW”), ma una flebile speranza non immotivatamente riposta verso il suddetto Jeff Bezos (che – però – ha già salvato la saga di “the Expanse”) non è del tutto campata per aria…

 

 

Quindi addio (?) anche a Paula Abdul in formato Alexa/Cortana, e purtroppo addio pure a Zelda, delfina curiosa, e grazie per tutto il pesce.

 

* * * ½/¾ - 7.5         

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