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Jungle Story
di AndreaVenuti
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Jungle Story, Kim Hong-Jun, 1996.

Probabilmente il film più sottovalutato e mal recepito del nascente New Korean Cinema, vero e proprio flop al botteghino nonostante un cast zeppo di super star musicali tra cui il protagonista Yoon Do-hyeon.
Jungle Story è un atipico falso-biopic musicale (il protagonista interpreta un personaggio che si chiama proprio Yoon Do-hyeon ma i due non sono collegati) incentrato su un ragazzo di campagna intento a realizzare il suo sogno.
 
Il regista stesso con tono sarcastico lo ha definito "Il film rock più noioso mai realizzato" poiché l'opera evita i classici cliché del genere o l'enfatizzazione di eventi fenomenali focalizzando altresì attenzione sulle reali difficoltà di un giovane musicista.
Il film a tratti è una sorta di slice of life quasi neorealista con tanta macchina fissa atta a mostrare una pigra e dolente quotidianità tra inutili discussioni e desolanti fallimenti.
 
Jungle Story è alquanto nichilista ed espone un messaggio molto chiaro: nonostante il talento e la buona volontà non sempre è possibile emergere in una società capitalista dove la popolarità ed il guadagno sono tutto.
Interessantissima altresì la regia laddove ad uno stile quadrato ed essenziale, Kim Hong-Jun sfoggia una serie di carrellate laterali altamente comunicative e simboliche.
 
Vi riporto un fugace segmento: il protagonista insieme alla sua sgangherata band stanno provando in una serra abbandonata allestita a mo' di studio, la carrellata laterale parte sul gruppo per poi riprendere dei bambini impegnati a studiare; qui il regista sottolinea il disagio dei giovani, assolutamente al verde e costretti ad arrangiarsi.
La sequenza acquista inoltre più importanza in quanto preceduta da un mega concerto di una band rivale, ormai alle stelle.
 
Il regista non manca poi di inserire una serie di piani sequenza tra cui uno tutto in soggettiva con Yoon Do-hyeon che esplora un immenso negozio musicale sulle note di My Heart dei Sanullim, pionieri dell'hard rock coreano.
 
Validissa poi la "non" storia d'amore tra il giovane rockettaro ed un'affascinante farmacista. Anche stavolta il cineasta ripiega su una regia incisiva e spesso la giovane viene riprese all'interno della farmacia con la camera al di là della vetrata creando un effetto cornice che allude all'impossibilità del loro amore: i sentimenti rimangono "ingabbiati".
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