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In Serie (50) - Guilty Pleasure (5) : “Star Trek: Discovery” (stag. 1), ovvero: tardigradi, funghetti e Sonequa.
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“Context is for Kings”, ovvero: Voi Siete Qui (Unknown Override). 

(Cliccare qui o sull'immagine per ingrandirla aprendone la versione originale in largo formato.)

DISCO!

“Fisica e biologia sono simili a livello quantistico.”
Anch'io e John Holmes. O Rocco Siffredi. Dipende dal PdV dell'Osservat-ore/rice...

E infatti, come computatore/calcolatore e navigatore intergalattico, un pacifico, pericolosissimo (ippopotamo, rinoceronte, elefante) tardigrado tenuto sotto controllo perché strafatto di spore di micelio intergalattico.

Siete trekker di lungo corso e vecchia data __e__ micologi professionisti o amatoriali? Ebbene, __finalmente__, ecco la serie che aspettavate da tanto, troppo tempo, fatta su misura per voi!

Panspermia (“the Chase”, tNG, st.6, ep. 20). Astromicologia. Ecosistema intergalattico. Prototaxiti stellaviatori (varietà Uber). Klingon “cannibali”. Tardigradi sesquipedalici. Infinite permutazioni.

Cronologia semplificata.
La serie classica: 3 stag. dal 1966 al 1969, al comando il Capitano James Tiberius Kirk (e, nel pilot trasmesso solo 20 anni dopo, Christopher Pike).

I 6 film sequel della serie originale (the Motion Picture, the Wrath of Khan, the Search for Spock, the Voyage Home, the Final Frontier e the Undiscovered Country, dal 1979 al 1991).

Il side-quel targato J.J. Abrams: 3 lungometraggi (Star Trek - Into Darkness - Beyond, dal 2009 al 2016).

Il film crossover tra tOS e tNG, “Generations”, del 1994.

I 3 sequel:
- the Next Generation: 7 stag. dal 1987 al 1994, al comando il Capitano Jean-Luc Picard (Patrick Stewart);
- Deep Space Nine: 7 stag. dal 1993 al 1999, a governare il Comandante - poi promosso Capitano – Benjamin Sisko;
- Voyager: 7 stag. dal 1995 al 2001, al comando il Capitano Kathryn Janeway (Kate Mulgrew: “Orange Is the New Black”).

I 3 lungometraggi sequel legàti a “tNG”: First Contact, Insurrection e Nemesis, dal 1996 al 2002.

Il prequel “Enterprise”: 4 stag. dal 2001 al 2005, al comando il Capitano Jonathan Archer (Scott Bakula: “Quantum Leap”).

Temporalmente, “Discovery” si situa tra “Enterprise” e la serie capostipite, ma è molto più ravvicinata alla seconda, essendo ambientata un decennio prima di “tOS”.   

Link realmente, veramente utili, tanto nonostante quanto grazie al fatto che siano di wikipedia:
Cronologia di Star Trek e Universo dello Specchio.

In attesa del s(id)equel del sequel (!) di tNG incentrato su Picard e dello spin-off (?) dedicato al Capitano, pardon, Imperatore Georgiou di Discovery (Section 31 / Dominion) interpretato da Michelle Yeoh (“la Tigre e il Dragone”).

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Mudd - “Una volta avevo una vita, Capitano. Una buona vita, un lavoro rispettabile. È saltato tutto per via della vostra maledetta guerra.”
Lorca - “Non è stata la Flotta Stellare a iniziare la guerra.”
Mudd - “Certo che si! Quando avete sfacciatamente deciso di arrivare dove nessuno era mai giunto prima! Cosa pensavate sarebbe successo una volta incontrato chi non vi voleva tra i piedi?”

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“Veniamo in Pace”: questo nuovo Star Trek è lo (Universo) Specchio dei Tempi: ce lo meritiamo, Discovery!

Star Trek: Discovery” (2017) è la serie che segna il ritorno (romanzi originali, novellization, fan fiction e altre produzioni di varia natura a parte) dell'universo narrativo (e marchio mediatico) creato da Gene Roddenberry (il cui figlio, Eugene, qui figura tra i produttori esecutivi, mentre Nicholas Meyer è consulente creativo) oramai più di mezzo secolo fa, quando gli U.S.A. stavano per superare e battere l'U.R.S.S. nella corsa alla Luna dopo aver perso quella all'orbita terrestre e Stanley Kubrick, Arthur C. Clarke e Douglas Trumbull stavano per mettere in piedi un “proverbiale buon film di fantascienza”.        

50 anni sono passati, e “Discovery”, la serie CBS All Access, è tanto più adulta rispetto al camp/kitch della seconda metà degli anni '60 del XX secolo quanto più ingenua/maistremaizzata/semplificatoria/blockbusterizzata.

Creata da Bryan “Hannibal” Fuller -[già sceneggiatore per più di 80 ep. di “Voyager”, che in questo caso però abbandona sùbito per vari motivi (divergenze creative e troppi progetti accavallati in contemporanea) la sua creatura - stessa sorte capitata ad “American Gods” -, non prima però di – e forse questo gesto rimane l'unica sua firma visibile, a parte l'idea di rendere questa prima stagione (15 ep. da 45' l'uno) un unico enorme prologo in attesa del rendez-vous cosmico con l'Enterprise di Pike e Spock – aver timbrato la serie “michalburnhamcentrica” battezzando il protagonista, femmina, con un nome maschile, suo marchio di fabbrica dalla George di “Dead Like Me” alla Chuck di “Pushing Daisies” passando per la Jaye di “Wonderfalls”]- e Alex Kurtzman, “Discovery” è showrunnerizzata da Gretchen J. Berg e Aaron Harberts (hm...) col supporto di Akiva Goldsman e...no, non è un bene.
Dalla 2a stag. il timone passerà saldamente (qualità neutra: si capirà in sèguito se sarà stato un bene o un male) nelle mani di Alex Kurtzman (con Heather Kadin), che dovrà gestire il pre-crossover con la tOS: dopo gl'incontri con Harry Mudd, Sarek e moglie [qui interpretata da Mia Kirshner (“Exotica”, “the L Word”, “the Black Dahlia”) mentre nella Kelvin TimeLine di J.J. Abrams le prestava il volto Winona Ryder] sarà la volta di rivedere Spock (Ethan Peck; e sì, è un nipote; e sì, lo chiamerò Speck), Pike (Anson Mount) e...No. 1 (Rebecca Romijn), e, perché no?, forse ancora Lorca e Culber.

La serie originale, durante la Guerra fredda e nel pieno dell'Era dell'Esplorazione dello Spazio Orbitale Terrestre, Lunare e del Sistema Solare Interno aveva già raccontato tutto, e in questi tempi di guerre umanitarie, di post/nuovo colonialismo e di terrorismo su scala globale, mentre le sonde Pioneer 10 e 11 e Voyager 1 e 2 hanno già abbandonato i primi gironi del Sistema Solare Esterno (superando elioguaina ed entrando nell'eliosfera e continuando verso l'eliopausa) e si trovano, rispettivamente, le pioniere, entrambe, a 80 Unità Astronomiche (la distanza media fra Terra e Sole, circa 150.000.000 di Km) - 12.000.000.000 di chilometri - e le viaggiatrici, l'una a 140 UA (21.000.000.000 di Km), e l'altra a 120 UA (18.000.000.000 di Km), ben oltre la fascia di Kuiper ma ancora lontanissima dalla nube di Oort, dirigendosi “là dove nessun artefatto antropogenico è mai giunto prima”, Discovery si aggiorna, embedded.   

(A sinistra, il Sarek del nostro continuum spazio-temporale; a destra, il Sarek dell'Universo dello Specchio (Mirror Universe). Notare il pizzetto distintivo.)

Note. Discovery è canon: è ambientata nella Prime TimeLine (+ Mirror Universe) e non nella Kelvin TimeLine.
La differenza maggiore con le altre serie --- a parte le ovvie e d/v-olute incongruenze scientifico-tecnologiche (si consideri ad esempio da questo PdV la saga di Alien, nella quale i prequel dimostrano un'avanzamento scientifico e un'evoluzione tecnologica superiori rispetto al capostipite), e sorvolando sul tradimento dello "spirito" libertario, moralista e illuministico che ha da sempre caratterizzato la creatura di Roddenberry ---, sta nell'evidente passaggio da una tipologia narrativa verticale spinta -{episodi autoconclusi (esplorazione → scoperta → conflitto → reazione → duello fisico e mentale → ristabilimento dello status quo) che portano avanti una trama orizzontale circoscritta al sottofondo (tOS (serie e film) e tNG (film)], al secondo piano [the Next Generation (serie), Enterprise] o al massimo ad una coesistenza parimerito (Voyager, Deep Space Nine)}- ad una orizzontale preponderante (eccezione che conferma la regola, l'ep. 7, costruito interamente sul must del loop temporale: nulla di nuovo, per l'appunto, ma ben fatto, e, come sempre, michaelburnhamcentrico, anche se il vero personaggio che potrebbe fare da narratore attendibile/onniscente, oltre a Mudd, che muove le fila nell'ombra, è Stamets, e non certo la protagonista).
Possibile triangolazione: Discovery ad un vertice, “the Orville” e “Black Mirror: U.S.S. Callister” agli altri due.

A fare da ponte tra 1a e 2a stag. [nella quale incontreremo anche Tig Notaro ("One Mississippi") nei panni di un Capo Ingegnere di un'altra astronave], 4 miniepisodi (short treks) da 15' ca. l'uno (che Netflix ancora non s'è decisa a inserire in catalogo).
1. 2018.10.04 - “RunaWay” (protag. Cad. Sylvia Tilly)
2. 2018.11.08 - “Calypso” (prot. Craft, un personaggio nuovo ), scritto (e ambientato un migliaio di anni nel futuro) da...Michael Chabon (e l'autore di "i Misteri di Pittsburgh", "Wonder Boys", "le Fantastiche Avventure di Kavalier e Clay", "Soluzione Finale" e "il Sindacato dei Poliziotti Yiddish" sarà anche sceneggiatore nella squadra al lavoro sulla nuova serie sequel/spinoff con protagonista Picard).
3. 2018.12.06 - “the Brightest Star” (prot. Saru)
4. 2019.01.03 - “the Escape artist” (prot. Harry Mudd)

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Sonequa Martin-Green (Michael Burnham) si riscatta dal buco nero di “the Walking Dead” e sforna una buona prestazione [purtroppo siamo s'un network broadcast, la CBS, e il massimo cui si può aspirare in quanto a traspirazione della pelle è un paio (o due paia?) di capezzoli klingon…].
Doug Jones (Saru): mai sia troppo lodato.
Ottimi anche Jason Isaacs (Lorca), Anthony Rapp (Stamets) e Mary Wiseman (Tilly).
Valore aggiunto: le musiche di Jeff Russo (“Fargo” e “Legion”).

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Vogliamo parlare delle onde sonore che si vengono a creare e si propagano nel vuoto dello spazio? No. Star Trek, IN QUESTO, è molto più vicino al fantasy di Star Wars che all'Hard SF di “2001: a Space Odyssey” o anche “solo” di “Gravity”.
Vogliamo parlare del Culo di capitare in uno degli INFINITI multiversi solo di pochissimo (su scala universale, non umana) differente (e quindi abitabile) rispetto alla nostra Linea S-T? No. Lo Specchio probabilmente ha un canale di interazione “preferenziale”.

Questo post è dedicato alla memoria della pilota della navetta carceraria di trasferimento prigionieri morta tra l'indifferenza generale (ma non mia!, che son rimasto F4) nel 3° episodio.

“Ognuno sceglie il proprio dolore. Il mio...mi aiuta a ricordare.”

* * * (¼)     

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