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Blackhat: Michael Mann e il cyberterrorismo
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«Questo è il nuovo volto della guerra del XXI secolo: invisibile, anonimo e devastante... con la possibilità di portare la società industriale a un blocco. Abbiamo ormai attraversato una soglia dalla quale non si può più tornare indietro». Con queste parole su Vanity Fair lo scrittore e giornalista americano Michael Joseph Gross circostanzia il 'cyberterrorismo', neologismo di nuova generazione usato per definire ciò che tutti noi comunemente chiamamo terrorismo di tipo informatico.

Le pagine di cronaca recenti parlano di attacchi informatici tesi a distruggere per esempio la reputazione della Sony Pictures (che la ragione sia l'uscita sugli schermi del cinepanettone Natale in Nord Corea, ops The Interview - scusate ma il livello è simile alle tante neriparentate degli anni passati -, non è certa) o di attacchi voluti per annientare gli enti pubblici o statali e i loro sistemi di intelligence. Il cinema del XXI secolo, ovviamente, prova a raccontare il cyberterrorismo come meglio può. Tralasciando le vicende controverse come quelle legate ad esempio a Wikileaks (può l'opera di Assange definirsi cyberterrorismo? Per alcuni sì, per altri no), ci viene in mente che lo scorso anno, nel silenzio più assoluto, è uscito un gioiellino tedesco che in pochi conoscono. Si tratta di Who Am I? - Nobody Is Safe di Baran bo Odar, interpretato tra gli altri da volti noti come quelli di Tom Schilling, Elyas M'Barek, Trine Dyrholm e Hannah Herzsprung. La trama del thriller era abbastanza commerciale ma il merito dell'opera è quello di essersi concentrata sulle ragioni che spingono gli hacker ad agire, per diletto o realmente motivati.

Quest'anno, invece, tocca al grande Michael Mann cimentarsi con il tema, sposando però il punto di vista di chi l'hackeraggio lo combatte in Blackhat, nelle sale italiane dal prossimo mese di marzo. Assente dalla sedia di regia cinematografica da ben sei anni, da quel Nemico pubblico da più parti sottovalutato, Mann con la straordinaria visionarietà non ha bisogno di alcuna presentazione. La sua carriera pluridecennale è forgiata da racconti di personaggi alle prese con mondi in fase di cambiamento e Blackhat rientra a pieno titolo in questa macrodefinizione.

Michael Mann

Blackhat (2015): Michael Mann

 

Il ritorno di Mann sul grande schermo comincia nel 2012 quando ottiene dalla Legendary Pictures i fondi necessari per iniziare a sviluppare Blackhat, un intenso thriller incentrato sulla figura di un hacker criminale - in gergo, un black hat, un cappello nero in grado di usare le sue straordinarie competenze informatiche per fini illeciti - a cui viene chiesto di usare il suo passato per salvaguardare il futuro non solo proprio. In un mondo globalizzato e costantemente interconnesso, in cui le informazioni digitali navigano da un lato all'altro del mondo a frenetica velocità, Blackhat si snoda tra gli Stati Uniti e l'Asia (ripensando alla Corea del Nord di cui sopra, quanta lungimiranza) e comincia con l'hacker Nicholas Hathaway (Chris Hemsworth) rinchiuso in una prigione federale a causa dei crimini commessi che gli sono costati una lunga condanna. A lui e alle sue conoscenze digitali fa appello l'Fbi rappresentata dall'agente Carol Barrett (Viola Davis) quando si verificano due attacchi informatici di stampo terroristico senza precedenti: se da un lato a Hong Kong viene violato il sistema centrale di una centrale nucleare, dall'altro lato a Chicago qualcuno entra nel database del MTE e manda alle stelle il prezzo della soia. Poiché nessuno rivendica le due azioni, solo all'apparenza lontane, l'Fbi chiede a Hathaway di far squadra con l'ex compagno di università Chen Dawai (Leehom Wang), divenuto capitano dell'unità di difesa cibernetica, e con la di lui sorella Chen Lien (Wei Tang). Il compito della squadra, a cui si unisce anche il vice maresciallo dell'esercito Mark Jessup (Holt McCallany), è quello di identificare e fermare l'invisibile organizzazione criminale che da qualche parte nel mondo, muovendosi come fantasma, ha perpetrato i reati.

Chris Hemsworth, Wei Tang

Blackhat (2015): Chris Hemsworth, Wei Tang

 

Curiosamente, a far da ispirazione alla storia di Blackhat è la vicenda, tristemente nota, legata al virus Stuxnet. Creato appositamente e diffuso dal governo Usa come parte degli attacchi digitali contro l'Iran, il virus informatico doveva colpire solo la centrale nucleare iraniana di Natanz ma ha finito, per un errore di programmazione, per colpire le aziende (e di riflesso le nazioni) da cui provenivano le attrezzature per il programma atomico iraniano, causando uno scandalo senza precedenti.

Per chi volesse saperne di più su Blackhat, rimandiamo al nostro Extra.

Blackhat (2015): Trailer ufficiale italiano 2

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