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Il vocabolario dei sentimenti - Illusione (5)
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Ricordo quel campo di prigionia giapponese, il caldo ossessivo, le mosche che entrano nelle narici e in bocca, la camicia intrisa di sudore  incollata alle spalle , i piedi piagati e doloranti;  ritti sull’attenti vedevamo il nostro comandante, colonnello Nicholson, portato fuori dalla gabbia infocata dal sole dove era stato rinchiuso per giorni;  impossibilitato a muoversi fu trascinato di fronte al comandante giapponese e se pur ridotto ad uno straccio umano, si raddrizzò e sussurrò  con difficoltà “ ribadisco che secondo la convenzione di Ginevra gli ufficiali  prigionieri non possono venire utilizzati per lavori manuali”.

Tutto era nato perché  al colonnello giapponese era stato comandato di costruire un ponte ferroviario sul vicino fiume e, dati i tempi strettissimi, necessitava di tutte le braccia disponibili nel campo, compresi gli ufficiali, perciò il categorico rifiuto da parte del nostro coraggioso  comandante.

Ma poi tutto cambiò ; Nicholson pensò di sfruttare la situazione per dimostrare ai giap la superiorità britannica e quindi non solo accettò di far lavorare gli ufficiali, ma prese in mano la direzione dei lavori  : si era illuso di poter costruire un’opera  perfetta da lasciare ai posteri a testimonianza di quanto gli inglesi fossero  abili  pur in simili disagevoli condizioni ; a nulla valsero  le velate accuse di “collaborazionismo” da parte dei suoi. Il ponte  fu terminato nei tempi dovuti grazie a ritmi massacranti di lavoro  e determinò anche il suicidio del comandante giapponese stizzito. Alla festa di inaugurazione si attendeva il passaggio del primo convoglio militare e  Nicholson, compiaciuto e fiero , osservava sul ponte la perfezione delle strutture, la loro solidità,  ma soprattutto si estasiava nell’osservare quella grande targa che  documentava la realizzazione ad opera dell’esercito britannico  con il  nome Colonnello  J.B. Nicholson a grandi lettere.  In lontananza si sentiva già il fischio del treno che avrebbe ufficializzato e

concretizzato la sua illusione. ...Improvvisamente però scorse un cavo penzolare dalla struttura che lo incuriosì ; scese sul greto  del fiume e inorridì nel vedere diverse cariche di dinamite  collocate sui piloni; invano urlò per chiamare i soldati, l'ultima immagine che vide prima di morire fu il ponte che saltava in aria e il treno che precipitava distrutto, come la sua illusione.

 

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