Regia di George Sluizer vedi scheda film
L'ho appena rivisto per la seconda volta. Un thriller dallo sviluppo inferiore alle ambizioni, anche filosofiche, ma non disprezzabile, con una tensione che regge dall'inizio alla fine.
La prima volta l'avevo visto in tv parecchi anni fa, perdendomi i venti minuti iniziali, incentrati sulla caratterizazione del folle e malvagio protagonista, e, non avendo chiaro il perché la ragazza fosse scomparsa, ero stato stregato dalla suspence dei fatti successivi.
Questo mi ha portato a pensare che forse il film avrebbe potuto beneficiare di un montaggio diverso dei flashback, e insieme di una maggiore attenzione alla penosa ricerca dell'altro protagonista che alla seconda visione ho trovato descritta troppo frettolosamente.
Il pregio del film è di far incontrare tre ossessioni diverse, incarnate dai tre protagonisti: il male come affermazione amorale di sé (a qualcun altro ha ricordato I demoni di Dostoevskij?), l'insostenibilità dell'incertezza, un attaccamento sentimentale, di fronte alle tante bugie del partner, irragionevole e morboso, ma per una volta tanto salvifico.
Però ho vissuto la scena finale come un insulto al dramma vissuto dai personaggi e agli stati d'animo trasmessi agli spettatori. E non lo dico solo perché ho un debole per Sandra Bullock.
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