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La rabbia

Regia di Pier Paolo Pasolini, Giovanni Guareschi vedi scheda film

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La recensione su La rabbia

di bellahenry
8 stelle

tutto parte dal confronto tra due intellettuali di opposte vedute sulla domanda: perchè la nostra vita è dominata dalla scontettezza, dall'angoscia, dalla paura della guerra, dalla guerra?
il docu-film è diviso in due parti ben distinte una interamente curata da Pasolini e dovrebbe essere "di sinistra" l'altra da Guareschi "di destra". il risultato è ingiudicabile!o meglio non si può esprimere un giudizio unico. i due lavori sono completamente divisi, i due autori non hanno mai lavorato insieme e pare che Pasolini a lavoro finito si sia fortemente pentito.
La prima parte pasoliniana è di una poetica unica, uno sguardo illuminato sul mondo a lui contemporaneo con parole affascinanti e concetti eterni. che parli del dolore, della morte o della bellezza della Monroe vittima del mondo moderno, Pasolini non perde il suo stile unico. Può piacere o no quello che dice ma tutto viene raccontato con un amore per la parola e la parola accomapagnata alle immagini come pochi hanno saputo fare, una cura dei suoni di ogni vocabolo pronunciato abbinato alle immagini come solo un poeta può. La seconda parte è anacronistica, vecchia anche per il 63, il tono di sberleffo e di sarcasmo sono antipatici e di basso rango. subito l'Italia viene descritta come un paese dove oprmai in un anno 12 mesi non bastano piu, ce ne sono 13 o 14 e che due sessi non bastano più ora ce ne sono tre e via di discorsi omofobi e banalità. sinceramente ho trovato il tutto molto qualunquista, una propaganda infantile a cui nessun regime farebbe ricorso perchè troppo facilona e becera. Oguno può avere le sue idee, anzi ognuno DEVE avere le sue idee e difenderle. ma un conto è farlo con cognizione di causa e in un perfetto stile, l'altro è ridursi a dire che "si stava meglio quando si stava peggio"..
non a caso in molte versioni circola solo la parte di Pasolini.

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