Regia di Luigi Chiarini vedi scheda film
A servizio presso don Domenico, Carmela viene sedotta e abbandonata. Incontra poi una donna ancor peggiore, se possibile, ma anche il buon Salvatore, che fa in modo che la ragazza venga sposata da Don Domenico. Lei accetta, a malincuore, poiché è innamorata di Salvatore.
La bella addormentata è un dramma teatrale scritto da Pier Maria Rosso di San Secondo, drammaturgo siciliano di inizio Novecento, e sicuramente il titolo identico alla nota fiaba di Charles Perrault non è un caso; qui di fiabesco non c’è davvero nulla, vuol farci capire l’autore, e la protagonista è una sorta di banderuola al vento nelle mani di personaggi spietati o semplicemente disaccorti, incapaci di capirla o di comunicare realmente con lei. La sceneggiatura è frutto del lavoro di tre nobili firme come quelle di Umberto Barbaro, Vitaliano Brancati e Luigi Chiarini, quest’ultimo qui alla sua seconda regia, immediatamente dopo aver licenziato l’opera prima Via delle cinque lune (1942); indubbiamente i dialoghi e le psicologie dei personaggi funzionano a dovere, persino meglio della confezione senza particolari infamie, né lodi. Chiarini ha a disposizione inoltre un reparto interpreti che comprende, tra gli altri, Luisa Ferida, Osvaldo Valenti, Amedeo Nazzari, Guido Celano, Teresa Franchini, Pina Piovani, Roberto Pasetti e Fiorella Betti: le attrattive per il pubblico non mancano. Rispetto a tanti altri melodrammi dei tempi, questo film pare invecchiato meglio; coraggiosa a ogni modo l’idea di mettere su pellicola un’opera così priva di speranza in un’epoca di forte censura – orientata principalmente alle storie rassicuranti, dalla morale positiva, con il lieto fine – come quella. 4,5/10.
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