Regia di Alex Kurtzman vedi scheda film
È chiaro come il ruolo della donna nei blockbuster di questi ultimi anni stia diventando sempre più centrale, dalla parabola di emancipazione sul lavoro raccontata con il remake femminile di Ghostbusters al (poco) riuscito tentativo di tingere di rosa il mondo dei cinecomic con Wonder Woman (si bisserà tra un po’ con la nuova Capitan Marvel di Brie Larson). La cosa più interessante de La Mummia è proprio vedere come questo contrappone una figura femminile, Sofia Boutella, svuotata della propria sensuale fisicità ma non del proprio sesso, ad un uomo che è invece inscindibile dal proprio corpo granitico, nella finzione come nella vita reale, Tom “unica fede” Cruise. Ahmanet proviene dall'antico Egitto ma si muove spesso a quattro zampe come una creatura degli horror giapponesi. Sogna di dominare il mondo ma spera di farlo al fianco di un uomo (e nella libera scelta di ciò risiede l'emancipazione).
Kurtzman apre questo nuovo universo cinematografico di casa Universal calandolo nel contesto che oggi detta la regole del cinema delle grandi cifre, quello supereroistico (si può essere contenti o meno di ciò, ma è un dato di fatto). E lo fa ispirandosi allo stile Marvel, che è naturalmente quello più di successo, da cui riprende l’umorismo ed il tono meno serioso. Ma nonostante la chiara volontà di inseguire quel mondo, anche commercialmente, La Mummia riesce a porre le basi di un nuovo percorso senza essere troppo simile al cinema che oggi va più di moda.
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