Espandi menu
cerca
In nome della legge

Regia di Pietro Germi vedi scheda film

Recensioni

L'autore

claudio1959

claudio1959

Iscritto dall'8 settembre 2013 Vai al suo profilo
  • Seguaci 76
  • Post -
  • Recensioni 1372
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su In nome della legge

di claudio1959
10 stelle

Insieme a “Il ferroviere” il miglior film di Pietro Germi, un acclamato western italiano sulle orme di John Ford.

locandina

In nome della legge (1948): locandina

Massimo Girotti

In nome della legge (1948): Massimo Girotti

In nome della legge Italia 1949 la trama: Guido Schiavi è un giovane magistrato che viene inviato in un paesino siciliano. Ha le migliori intenzioni di svolgere il suo lavoro di pretore con correttezza e responsabilità, vuole combattere il fenomeno mafioso, naturalmente verrà accolto dagli ostili abitanti con diffidenza, avrà al suo fianco solo il fedele maresciallo Grifo’ ed un giovane ed ingenuo diciassettenne Paolino destinato a pagare un conto troppo alto e crudele. La recensione: Pietro Germi è stato uno dei migliori registi italiani di ogni epoca, purtroppo il suo valore enorme fu sottovalutato all’epoca se non osteggiato dai mammasantissima della critica italiana e non fu compreso come meritava. In nome della legge è un bellissimo film che riecheggia i western di John Ford, la mdp si insinua fra i maestosi paesaggi agresti, tra “i mafiosi a cavallo”. La cifra stilistica è di altissimo livello, un film coraggioso e civile, fuori dal coro, una sottile ricerca del mito dei criminali. Un bn sgargiante grazie alla sublime direzione della fotografia del maestro riconosciuto Leonida Barboni, collaboratore in altri film di Pietro Germi. Il regista fu un grande narratore di storie, con una direzione energica e muscolarmente forte, attento al sociale ed agli scottanti problemi italici, soprattutto dei più umili ed indifesi, come ad esempio nel suo film più famoso del 1955, il magnifico “Il ferroviere”, film di una bellezza e drammaticità unica. In nome della legge scava con forza nel cancro dell’onorata società mafiosa degli anni quaranta, le connivenze con i poteri forti e con i signorotti e baroni vari. Massimo Girotti nel ruolo del pretore è perfetto, una maschera invulnerabile e tetragona alle tentazioni, incorruttibile, un eroe solitario, meravigliosi anche Saro Urzi’ nel ruolo del maresciallo, Camillo Mastrocinque l’amorale e bieco barone Lo Vasto, Charles Vanel attore leggendario che interpreta il ruolo di Turi Passalacqua il boss mafioso, ma con un suo codice d’onore, che nel finale avrà il suo momento di inattesa onestà, un colpo di scena inaspettato, di lucente bellezza e bravura Jone Salinas attrice calabrese nel ruolo centrale e sentimentale della baronessa Teresa Lo Vasto innamorata del bel magistrato Guido, coup de foudre, che da al film una bella patina amorosa, che non nuoce alla storia,un tocco di grazia, che la impreziosisce. Film da stravedere, esempio vivissimo di stile ed azione americaneggiante, nel senso positivo del termine e del paragone voto 9 Interpreti e personaggi Massimo Girotti: Guido Schiavi Jone Salinas: Teresa Lo Vasto Camillo Mastrocinque: barone Lo Vasto Charles Vanel: Turi Passalacqua Saro Urzì: maresciallo Grifò Turi Pandolfini: don Fifì Peppino Spadaro: avvocato Faraglia Saro Arcidiacono: cancelliere Ignazio Balsamo: Francesco Messana Nanda De Santis: Lorenzina Nadia Niver: Bastianella Aldo Sguazzini Alfio Macrì: Leopoldo Pappalardo Carmelo Olivieri: don Peppino

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati