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The Darkness

Regia di Greg McLean vedi scheda film

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La recensione su The Darkness

di maghella
6 stelle

“The darkness” è il classico film horror per famiglia, e sinceramente da Greg McLean (il regista di “Wolf Creek” per intenderci) mi aspettavo decisamente qualcosa di più.

L'incipit fa ben sperare e crea delle aspettative che poi, via via che il film prosegue, rimangono deluse. Una famigliola si ferma a campeggiare un paio di giorni nel Gran Canyon, il figlio minore Mikey è affetto da una forma di autismo che lo rende insensibile a qualsiasi cosa paurosa che normalmente impressiona i ragazzini della sua età. Proprio lui, a seguito di una caduta in una delle tante caverne nascoste del Canyon, scopre un antico luogo sacro dei nativi americani del posto, gli Anasazi. Su un altare di pietra Mickey raccatta alcune pietre con sopra incise dei misteriosi simboli.

Una volta tornati a casa succederanno cose strane: fenomeni inspiegabili che mettono l'uno contro l'altro i membri i famiglia. Infatti le pietre che Mikey ha portato con sé altro non sono se non dei sigilli che tenevano imprigionati dei potenti demoni nel regno dei morti e che il ragazzino ha involontariamente liberato. Solo rimettendo al suo posto le pietre da una persona senza paura, le cose torneranno come prima.

Sembra che così abbia svelato tutto io, e qualcuno mi maledirà...in effetti è il film stesso che si svela a nemmeno a metà del suo svolgimento e senza troppi misteri.

Il film vorrebbe forse farci riflettere su come siano fragili alcuni equilibri all'interno della famiglia e come sia facile frantumarli una volta trovata la parte debole tra i membri del contesto famigliare.

La figlia adolescente anoressica, il padre oberato di lavoro e con alle spalle un tradimento alla moglie mai perdonato, la moglie stessa con un passato da alcolista e ovviamente il figlio autistico sono gli aspetti “malati” di questa traballante famiglia, che però nel momento del bisogno si unisce per combattere il demone venuto da chissà dove.

In realtà tutto ciò che viene raccontato come “fenomeno inspiegabile” è stato già visto e rivisto e stravisto in decine e decine di film sulle case infestate. Un miscuglio di robe da “The Amityville Horror” a “Poltergeist”, mescolate insieme e tenute da una sceneggiatura traballante che lascia per strada tutti gli spunti buoni che potevano esserci. Quali? Ad esempio tutto quello che poteva riguardare l'antica leggenda legata ai demoni e al popolo degli Anasazi viene relegato ad una improbabile veloce ricerca su internet da parte dei due genitori, tanto per dare una spiegazione plausibile ad un finale troppo fantasy e poco horror.

Sembra quasi che chi ha fatto il film (regista e produttori) si siano interessati più ad un prodotto da confezionare piuttosto che ad una storia da raccontare. Da parte di McLean non c'è traccia del coraggio narrativo avuto con “Wolf Creek”, nessuna scena “pesante” ma nemmeno la scelta di creare una atmosfera lugubre o horrorifera (almeno). Le tracce di “manine nere” che sono presenti anche nella locandina del film, e che quindi dovevano essere il filo conduttore visivo per la storia, non hanno la minima importanza ai fini della storia stessa, non hanno nessun senso profondo e non lasciano nessuna traccia (scusate il gioco di parole) su chi guarda il film.

Kevin Bacon -che in questo film interpreta il capofamiglia- pare quasi a disagio nella sua parte, soprattutto nel finale. Bacon ultimamente cerca di trovare un suo ruolo più maturo all'interno dell'industria cinematografica , non credo che sia questo il percorso giusto (inoltre la tinta per i capelli che ha nel film è degna del peggior Nicholas Cage...e non è bello).

Adoro Kevin Bacon, mi auguro di vederlo in film come Cop Car di Jon Watts.

Perché gli ho dato la sufficienza? Perché rimane comunque un “compitino ben fatto”, che porta a casa un risultato tutto sommato accettabile con la clausola del “dimenticatoio”...ovvero non sarà un film che rimarrà nella storia ma che troverà sicuramente posto nei palinsesti dei programmi televisivi di prima serata.

 

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