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Lasciati andare

Regia di Francesco Amato vedi scheda film

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La recensione su Lasciati andare

di Furetto60
7 stelle

Divertente e spumeggiante commedia, con un "Toni Servillo" per la prima volta in un ruolo leggero,assolutamente in parte.

Elia Venezia, alias Toni Servillo è uno psicanalista ebreo, piuttosto pigro che dopo tanti anni di professione, si è adagiato in una monotona routine, empatizza poco con i suoi pazienti, con uno addirittura si addormenta durante la seduta. Con il suo atteggiamento sprezzante tiene tutti a distanza, compresa la ex moglie Giovanna, Carla Signoris, con cui condivide l’appartamento, diviso però opportunamente a metà e con ingressi separati e alcuni momenti di svago, come il venerdì al Teatro dell’Opera. Avaro sia nei sentimenti che nella gestione economica, scrocca spesso la cena nel ristorante del figlio. La sua grande passione sono i dolci, di cui fa grande abuso, durante il lavoro, ma un giorno, per problemi di salute, legati proprio alle sue abitudini sedentarie Elia viene convinto dal suo medico a frequentare una palestra dove incontra fortuitamente una giovane personal trainer Claudia, che lo convince ad assumerla, lo trascinerà in una vorticosa e divertente girandola di paradossali situazioni .

Arrotondare all’uopo con un’evidente pancetta Toni Servillo, lasciandogli intatto il carattere dissacratorio e  Sorrentiniano, dall’ironia caustica e da quel sarcastico senso dell’umorismo, è stata un’invenzione eccellente, perché il film diverte, e incuriosisce, in quanto un attore che abbiamo sempre visto cimentarsi in ruoli seri e grevi, non può che diventare sorprendente quando si inoltra con efficacia, in un "territorio" ancora inesplorato da lui, come la commedia. E’ un atto di coraggio, partecipare come protagonista ad un film brillante come questo, che nasce dalla scrittura pregevole di Francesco Bruni, e che ha il dono di non prendersi troppo sul serio e di assecondare , con il suo ritmo a tratti discontinuo, il casuale fluire della vita. Servillo, da attore consumato e versatile, asseconda magnificamente le paturnie di Elia Venezia, in una prova assolutamente positiva e così pure i suoi compagni di set, fedeli al lungo lavoro di preparazione. La regia è armoniosa, la sceneggiatura spumeggiante, così subito si apprezzano i frizzantini duetti verbali fra il saputello strizzacervelli e la personal trainer “straniera” focosa ed eccentrica, coppia di "guaritori" improbabili, Lui dovrebbe ristrutturare le menti, lei i corpi Stare dietro alle loro peripezie, è piacevole, tanto più che la trama procede in modo imprevedibile, perché i suoi protagonisti, sono in continuo cambiamento, inadeguati alle circostanze e perciò spesso comicamente in affanno. Da menzionare l’esilarante scena in cui il Professore durante una lezione che sta svolgendo in video-conferenza, è costretto a lasciare la postazione e quindi si scopre, dal bacino in su  elegante ma sotto in mutande, tra le risate degli astanti, per sventare l’incendio appiccato dalla piromane figlioletta di Claudia. Insieme a loro, soprattutto nel finale pirotecnico, scorre la storia, che supera brillantemente l'impasse a metà del film, per consentire a Servillo di avventurarsi addirittura nella comicità slapstick. E quindi assistiamo a  fughe precipitose, capitomboli e perfino a uno scherzoso intreccio “giallo”, nella persona di uno strepitoso Luca Marinelli coatto, avanzo di galera, balbuziente, delinquente, ma in fondo solo bisognoso di affetto

 

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