Regia di Walter Hill vedi scheda film
Un Melville (Le samourai è costante sottotesto) in chiave esplicitamente ludica, con iniezioni di Peckinpah (il cupo romanticismo) e Fuller (le sorde detonazioni di violenza). Concetto cardine è il gioco concepito come approccio situazionista alla realtà: l'occasione di mettersi in gioco. Quella tra il pilota e il detective è né più né meno che una partita in cui, paradossalmente, il tutore della legge bara e il criminale rispetta le (sue) regole. Un rovesciamento che porta alle estreme conseguenze, superandola, l'intercambiabilità dei ruoli tra polizia e malavita praticata da sempre nel noir.
Distanziandosi dalle rigorose geometrie melvilliane, la regia di Walter Hill si adegua a questo ludismo ininterrotto, in un continuo variare di scale e timbri visivi: dai trattenuti primi piani dei dialoghi alle brulicanti panoramiche negli spazi affollati, fino alle esaltanti aritmie be-bop degli inseguimenti automobilistici. Finale splendidamente hustoniano: la grandezza, quella vera, sta nella sconfitta.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta