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Il giovane Montalbano - Il ladro onesto

Regia di Gianluca Maria Tavarelli vedi scheda film

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La recensione su Il giovane Montalbano - Il ladro onesto

di genoano
6 stelle

Mentre prepara il doloroso addio a Vigata, Montalbano indaga sulla sparizione di una giovane donna e incontra un singolare ladro filosofo dotato di un senso etico e di una coerenza tali che al commissario dispiace tanticchia doverlo acciuffare. Buon episodio, frutto maturo della serie giunta quasi al termine. Voto 6 e mezzo.

I commissari letterari si confrontano con molti assassini, ma con pochi ladri; il furto è prosaico, non ha lo stesso richiamo del fatto di sangue, la stessa capacità di creare tensione e interesse nel lettore (e nello spettatore). Eppure i rari incontri investigatore-ladro non sono mai banali, forse perchè danno l'occasione agli scrittori di mostrare l'umanità dei loro detectives. Tra i casi di Maigret spiccano due indimenticabili "voleurs", "Il ladro di Maigret", uomo quantomai contraddittorio e vinto dalla vita che fa col portafoglio del commissario qualcosa di simile a quel che fa il ladro onesto col ritratto di Livia, e "Il ladro pigro", povero diavolo assassinato, che Maigret conosceva e, in fondo, apprezzava umanamente. Nel camilleriano "Il ladro di merendine" la vicenda struggente del ladruncolo in erba Francois diviene per Montalbano una dolente riflessione sull'immigrazione, sulla perdita degli affetti, sul rapporto genitori-figli. "Il ladro onesto" non ha certo la stessa intensità, ma è comunque un  racconto esemplare su un individuo, trattato dalla vita molto peggio di quanto meritasse, che pur nell'errore mantiene una regola, una sorta di misura e di autocontrollo che rasentano l'onestà; per questa sua coerenza suscita la simpatia di Montalbano, che sorride di fronte ai suoi sillogismi impeccabili, condivide forse qualcuna delle sue critiche in merito alla giustizia e in generale al modo in cui vanno le cose nella nostra società, e cerca di trattarlo con correttezza, aiutandolo, se possibile. Se l'accento genovese sfoggiato da Pizzuto/Catarella di fronte al commissario sul piede di partenza pare quasi madrelingua, ancor più convincente risulta Vassallo nei panni di un Mimì Augello in piena maturazione, che dimentica il consueto atteggiamento da "miles gloriosus"( che dovrebbe essere stimolato dalla prospettiva di diventare il più alto in grado alla partenza di Montalbano), per avvertire invece un senso di freddo (complice anche una nuotata notturna) al triste pensiero che un amico lo sta per abbondonare.

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