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Giulietta e Romeo

Regia di George Cukor vedi scheda film

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La recensione su Giulietta e Romeo

di millertropico
6 stelle

Le interminabili variazioni sull'amore, tema obbligato del cinema di tutti i tempi, non possono mai prescindere dalla romantica, tragicissima storia di Giulietta e Romeo, nemmeno in America ovviamente, dove i due amanti veronesi sono assunti, per l'anima popolare della gente, a mito e proverbio dell'amore stesso: "You are my Romeo..."
E poi Shakespeare, si offre da sempre ai registi di ogni generazione, come uno dei più quotati "soggettisti" da riprodurre o saccheggiare e questo lo sappiamo bene.
L'ennesima trasposizione della tragedia dei due amanti veronesi di cui mi sto occupando adesso, non è ovviamente recentissima, visto che risale al 1936, ma è particolare per più di una ragione (anche se a mio avviso rappresenta una tappa fra le meno significative della carriera di George Cuckor, la cui regia questa volta è soprattutto al servizio del "divismo" esasperato dei suoi tutt'altro che appropriati interpreti, e delle "modalità rappresentative" della M.G.M. che qui sembrano dettare legge più del solito).
Perchè curiosa? soprattutto a causa della "improbabilità" anagrafica degli attori che risultano davvero particolarmente "stridenti" proprio visivamente parlando (essendo interpreti di rango, sul profilo della recitazione cercano di fare del loro meglio e spesso riescono persino  a rendersi credibili, ma risulta davvero un tantino paradossale  e persino divertente questa "passione" che dovrebbe essere adoloscenziale, che qui travolge invece persone molto più "stagionate" che l'adolescenza  se la sono già lasciata alle spalle da un bel pò di tempo).
Il ruolo di Giulietta, fu assegnato infatti alla ormai trentaduenne Norma Shearer, credo non tanto per una scelta ragionata, ma per il fatto che era la moglie del produttore. Devo dire però che l'attrice ce la mette tutta e che nonostante la figura e lo sguardo non proprio ammaliante (a causa del suo leggero strabismo) alla fine è molto brava proprio a "mimare" l'adolescenza. La sua risulta dunque nell'insieme una Giulietta delicata e persuasiva che grazie al suo consumatissimo mestiere, riesce a raggiungere esiti di "interiorizzazione molto spiritualizzata" della passione amorosa che deve evidenziare.
Più arduo essere altrettanto positivi nei confronti di Romeo: gli annuali di cinema ci ricordano infatti che fu abbastanza complicato e difficile trovare un attore sufficientemente "corrispondente" anche come età da affiancare alla diva (che doveva essre per altro di analogo peso anche come fama e popolarità). Alla fine si esagerò davvero troppo e si optò per un Leslie Howard ormai quarantasettenne, (decisamente molto più indicato  per Amleto che non per questo ruolo). Il suo Romeo risultò alla fine davvero eccessivamente "anziano"o per l'esuberanza giovanile degli slanci slanci amorosi che doveva rappresentare  (le gambe potevano andare ancora bene visto che risultavano ancora sufficientemente toniche, ma il volto tradiva inesorabilmente il peso dell'età) Adesso, nonostante i suoi appassionati slanci emotivi, risulta davvero "inaccettabile". E che dire poi di John Barrymore anch'esso un tantino fuori tempo massimo per il ruolo di Mercuzio?. La tempra è quella dell'attore di razza, ma qui fa quel che può  e fra una bottiglia e l'altra di brandy ci offre una versione dell'uomo di corte certamente "scintillante e prestigiosa", ma abbastanza ammorbidita  e un tantino meno romantica del dovuto.
Il film è davvero tutto qui, perchè Cukor, uomo dotato di gusto e di cultura, questa volta ci mette davvero molto poco  di suo, al di là dell'imeccabile impaginazione.
Alla fine... potrei dire  (e sono un tantino cattivello) che "tutto funziona alla perfezione", ma solo per gli standard produttivi Hollywoodiani del momento: uno spettacolo sontuoso, una meticolosa ricostruzione storica e una "messa in scena" tutto sommato fedele - età anagrafiche escluse. Nel complesso cquindi una piacevole e curiosa  "pagliacciata" che riusci a soddisfare veramente tutti  (o quasi): attori, maestranze, pubblico e produttori, tranne Shakespeare ovviamente che se fosse stato presente alla proiezione, credo che non avrebbe potuto fare altro per manifestare il suo dissenso che abbandonare la sala a metà spettacolo o fischiare sonoramente al termine del film  (per fortuna che era invece morto da un bel pò di anni ed era di conseguenza "gisutificato assente: forse non gli resto altro da fare che rivoltarsi nella tomba).

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