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Into the Forest

Regia di Patricia Rozema vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Into the Forest

di maurizio73
4 stelle

Dall'omonimo romanzo di Jean Hegland, il film di Patricia Rozema è una favola ecologistico-sentimentale che imbastisce sullo sfondo di una non meglio precisata catastrofe energetica, l'evoluzione di un rapporto di sorellanza nel clima regressivo di una civiltà impreparata di fronte alla improvvisa debacle del...contatore elettrico.

Dopo un improvviso ed inaspettato blackout elettrico di origine sconosciuta, Robert e le figlie Nell ed Eva rimangono isolati nella loro baita immersa tra gli abeti di una antica foresta primaria. Quando anche l'uomo rimane ucciso accidentalmente, le due ragazze dovranno imparare a cavarsela da sole, potendo contare solo sul reciproco aiuto per riuscire a sopravvivere e difendersi dai pericoli che vengono dall'esterno.

 

locandina

Into the Forest (2015): locandina

 

Dall'omonimo romanzo best-seller di Jean Hegland e sceneggiato dalla stessa regista, il film di Patricia Rozema è una favola ecologistico-sentimentale che imbastisce sullo sfondo di una non meglio precisata catastrofe energetica, l'evoluzione di un rapporto di sorellanza nel clima regressivo di una civiltà impreparata di fronte alla improvvisa debacle del contatore elettrico. Più concentrata sulle fisime caratteriali delle due protagoniste alle prese con il cambio di paradigma che l'assenza della civiltà dei consumi impone loro che sui retroscena di un action movie catastrofista utilizzato come semplice pretesto narrativo che si esaurisce nella prima mezz'ora, il film della Rozema è uno spento apologo femminista sull'elaborazione del lutto (dell'energia elettrica più che del padre, sic!) in cui le aspirazioni personali vengono necessariamente sacrificate sull'altare di una condizione di emergenza che fa prevalere alle elementari necessità dello spirito le alimentari necessità della carne. Penalizzato da uno script che procede in modo eccessivamente lineare e infarcito di assortite banalità melodrammatiche, il soporifero menage domestico di una casa da reality familiare al lume di candela finisce per disinnescare il potenziale simbolico di un disfacimento morale e materiale che impone l'abbandono di un focolare tecnologico ormai ridotto in macerie e l'inevitabile ritorno nel grembo di una madre natura in grado di soddisfare le più elementari necessità trofiche e riproduttive. Insomma, succede poco e niente in questo dramma di due forzate della sopravvivenza fai-da-tè che passano dalla crisi di astinenza tecnologica alle più basiche tecnologie della carta stampata e della legna da ardere, compresi lo sventramento di un pasciuto cinghiale nordamericano ed un parto improvvisato nell'incavo di un albero morto, rafforzando una solidarietà tra consanguinei che è più forte di fidanzatini col gusto dell'avventura e stupratori che concedono l'involontario dono di una gravidanza desiderata in grado di traghettare verso una nuova vita la loro incolpevole vittima. Casting furbesco con inconsapevoli controsensi cinefili: la ex precocissima ragazzina madre Ellen Page (Juno) che guarda con sollievo al ritorno del regolare ciclo mestruale e la casta e frigidissima Evan Rachel Wood dai recenti trascorsi di replicante antropomorfo (Westworld) che reagisce al trauma del ratto sessuale con la generosa gratitudine di una Vergine Immacolata che porta in grembo il figlio dell'Uomo. Presentato al Toronto International Film Festival 2015, ha avuto una distribuzione limitata nel resto del mondo ed una incolpevole assenza dagli schermi grandi e piccini di casa nostra.

Vieni c'era una casa nel bosco...

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